Affascinante come un thriller. La conferenza che lo studioso siciliano Giuseppe Petix ha tenuto venerdì scorso alla casina Pompeiana nella villa comunale sul lungomare partenopeo, ancora acciaccata dai lavori in corso. Il relatore è stato introdotto da Cesare Caivano, presidente dell’associazione Anpana Oepa che, mediante la sezione di Napoli presieduta da Pasquale Principe, ha organizzato l’iniziativa, in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune di Napoli e con il Real bosco di Capodimonte.
Guidato dall’amore per la scienza e per la verità, trasmessogli dal padre sin da piccolo, nonché dal rispetto per l’ambiente e la passione per la pittura inculcatogli dalla mamma pittrice, lui stesso artista e autore di libri, nel 2013 Petix ha pubblicato “Dentro lo sguardo – il codice” che ha attirato l’attenzione di esperti d’arte internazioniali.
E da questo saggio è partito per condurre il pubblico numeroso, mediante slide e particolari ingranditi delle opere del genio (fiorentino) rinascimentale, in un labirinto di decifrazioni del codice da Vinci. Con lo stesso piglio appassionante con cui lo scrittore statunitense Dan Brown ha affascinato lettori di tutto il mondo con il suo The Da Vinci code.
Nel proprio testo, infatti, Petix parla di un Leonardo che nasconde nei capolavori realizzati immagini secondarie, attraverso un metodo ottico definito dallo scrittore di Serradifalco (provincia di Catanissetta) metodo dell’indice alzato.
Perno della sua tesi, il famoso quadro del San Giovanni Battista, dipinto che maggiormente mostra l’indizio offerto da Leonardo per far immergere gli spettatori nel proprio cosmo pittorico carico di elementi non visibili a un primo impatto. Un gioco a nascondino che riserva la felicità della scoperta.
Così sullo schermo Petix inchioda l’interesse delle persone sedute nella sala della Casina pompeiana, contente di afferrare il linguaggio misterioso dei segni e delle sagome celate: a caccia, con lo sguardo, del sacro graal o del tredicesimo invitato all’ultima cena con Gesù, un personaggio calvo, che potrebbe essere l’ombra di Giuda il traditore perché tra i dodici apostoli c’è una donna.
Ma non è tutto. Lo studioso continua a indagare proponendo il ritratto di Musico, dove Leonardo utilizza un raffinato rebus pittorico: nel cartiglio infila musicale una frase enigmatica. Per non parlare del “Salvator mundi” che promette di essere custode di tanti altri segreti. Insomma, Leonardo non finirà mai di stupire. E di essere amato come talento universale.