Un tavolo di confronto tra Comune, Regione e governo nazionale. Al centro, Napoli e la Campania. Per costruire una strategia di effettiva rinascita, con un aumento del pil che garantisca la crescita di tutto il territorio, utilizzando ciascuna risorsa finanziaria in campo per la cultura e creando occupazione. E’ la proposta concreta che si è delineata stamattina alla Camera di Commercio di Napoli, attraverso l’intervento dell’assessore Nino Daniele, durante la conferenza di presentazione del progetto della Fondazione di Comunità del centro storico di Napoli, “Tournà”, un portale che promuove tre itinerari alternativi, in quella Napoli ricca di storia, talenti e arte, snobbati per percorsi più conosciuti, quali Spaccanapoli.
Zone d’ombra, spesso sporcate da cronache di violenza, punteggiate, però, da importanti attrattori culturali e turistici, finiscono in una rete in cui tutte le associazioni possono infilarsi, proponendo le loro attività e i loro appuntamenti. Un’opportunità che coinvolge i cittadini in una metropoli che ha primati importanti, come ha sottolineato il presidente della Fondazione, Adriano Giannola, basti pensare all’antico sistema bancario pubblico, dal carattere filantropico di cui si ha scarsa memoria e che andrebbe invece valorizzato.
Così la Fondazione costruisce ponti di dialogo tra realtà già attive da tempo, che si adoperano perché luoghi con vocazione commerciale e artistica ritrovino il loro splendore. Eccoli, i tre itinerari che napoletani e turisti possono scoprire semplicemente cliccando il link www.tour-na.com.
Il primo, il filo d’oro tra artigianato tessile e artigianato orafo è come una preziosa collana di perle che si snoda dal crocifisso ligneo di piazzetta orefici a quello della cappella di santa Maria del Carmine, passando per la chiesa di Sant’Eligio, complesso monumentale di seimila metri quadri dove potrebbe trovare maggiore spazio la donazione dei costumi della famiglia De Filippo alla sartoria Canzanella.
E ancora la Napoli segreta, ovvero il Decumano del mare (affacciato sul porto) che attraversa Piazza Mercato e la proietta nel futuro restituito dai lavori di recupero targati Unesco come salotto di eventi musicali, ma anche come area pedonale disseminata dai (38) gazebo già acquistati per organizzare fiere artigianali a tema.
Il terzo e ultimo itinerario, non meno rilevante degli altri, Da Forcella al Mercato che include le mura greche, la chiesa di San’Agrippino, l’ospedale Annunziata e il mercato medievale. Un inizio per attuare la vera riqualificazione, con la riapertura di negozi, in una zona, quella di Piazza Mercato, che negli anni ha visto abbassare tante saracinesche (dopo la creazione del Cis di Nola) e che potrebbe accogliere start up del tessile, ma non solo.
Un collegamento ideale lo si potrebbe attuare con la strade dei musei, la vicina via Duomo, presa sempre di più presa d’assalto dai turisti, dove svettano gioielli come il Filangieri, allestito nel quattrocentesco palazzo Como.
Malgrado le difficoltà, l’illuminazione ancora scarsa, la spazzatura che inonda tuttora i marciapiedi, i cittadini del quartiere riuniti in consorzi (in quello delle antiche botteghe tessili e del borgo Orefici, guidati rispettivamente da Claudio Pellone e Roberto De Laurentiis), o in gruppi associativi (quali Asso.Gio.Ca, presieduta da Gianfranco Wurzburger) affiancano la paziente azione delle scuole (esemplare, quella del dirigente dell’Istituto comprensivo statale Campo del Moricino Carmine Negro che attraverso operazioni di ricostruzione virtuale fa ripercorrere ai bambini il patrimonio architettonico che li circonda), dimostrando che Napoli può essere in prima fila per lo sviluppo dell’Italia intera. E che la camorra può essere sconfitta con il lavoro e la diffusione della conoscenza di una civiltà unica al mondo. Di cui si può essere solo orgogliosi.
In foto, la mappa degli itinerari di Tournà