La missione a Boston ci sarà. Grazie a una gara di solidarietà, i 3 studenti programmatori dell’Istituto tecnico industriale Augusto Righi di Napoli, Mauro D’Alò, Davide Di Pierro e Luigi Picarella a gennaio andranno negli Usa con i loro docenti di matematica e informatica, Salvatore Pelella e Ciro Melcarne, per giocarsi la vittoria dell’High School Tournament della “Zero Robotics”, la competizione internazionale di programmazione di robotica aerospaziale ideata dal MIT, il Massachusetts Institute of Technology, in collaborazione con la NASA.
Gli studenti avevano lanciato un appello nel corso del Sabato delle Idee, dedicato alla rivoluzione della robotica e la risposta è stata immediata .«Da Napoli ad Atlanta c’è stata un’incredibile riscontro di tantissime aziende all’appello dei nostri studenti – racconta la dirigente del Righi, Vittoria Rinaldi – una reazione che dimostra quanto sia importante accendere i riflettori sulle tante eccellenze sommerse all’interno delle scuole del nostro Paese perché per fortuna le imprese pronte ad investire sul merito ci sono».
Mobilitazione nelle ultime 48 ore anche nel mondo delle Università, da Confindustria e numerosi istituzioni politiche. Ma quello che serve da parte delle istituzioni è un intervento strutturale per rispondere al vero problema sollevato dagli studenti del Righi: la carenza della dotazione strutturale delle scuole italiane e del Mezzogiorno in particolare per essere competitivi sul terreno delle nuove tecnologie con i grandi colossi internazionali (dagli Stati Uniti alla Cina). Il futuro degli studenti è anche il futuro del nostro Paese.
E’ quanto mettono in rilievo i Rettori delle Università di Napoli Federico II e Suor Orsola Benincasa, Gaetano Manfredi e Lucio d’Alessandro (rispettivamente presidente e vicepresidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) insieme con Marco Salvatore, fondatore del Sabato delle Idee.
In foto, i tre studenti del Righi con la dirigente Rinaldi, Gaetano Manfredi, Marco Salvatore Valeria Fascione, Giorgio Ventre, Luigi Amodio e Roberto Montanari