Napoli città della conversazione. Per un mese. Dal 17 gennaio al 17 febbraio. Dopo l’esperienza dello scorso anno quando l’assessorato alla cultura del Comune di Napoli lanciò una giornata della disconnessione invitando i cittadini a spegnere smartphone, tablet, computer, TV e tutti gli altri dispositivi di connessione digitale e fare cose insieme, comunicando, senza mediazioni di apparati tecnologici, andando in libreria, ad ascoltare musica, a teatro, al cinema, a ballare, a recitare poesie o serenate o abbracciarsi, baciarsi, fare all’amore, stringersi la mano, fare girotondi…
La proposta ritorna e si amplia con una lunga serie di appuntamenti disseminati tra librerie, caffè, ristoranti, alberghi, sedi istituzionali o di istituti ed associazioni culturali. Nel segno dei pensieri e delle parole.
Prendendo spunto dal testo di un filosofo contemporaneo : “Una certa idea di Europa” di George Steiner. Che paragona l’Europa a un caffè pieno di gente e di parole, in cui si scrivono versi, si cospira, si filosofeggia e si pratica la conversazione civile; (…) su tavolini di legno del quale, tra pareti ingiallite dal fumo, sono nati tutti i grandi sistemi filosofici, gli esperimenti formali, le rivoluzioni ideologiche e quelle estetiche. Così per un mese i caffè di Napoli diventano la mappa dell’idea d’Europa e Napoli è la città della conversazione.
Si incomincia il 17 gennaio, dalle 17 alle 21 nel cortile del Maschio Angioino, con una iniziativa che rinnova l’antica tradizione dei falò nel giorno dedicato a Sant’Antonio Abate. Alle 18 ore 18 segnaliamo l’ intervento musicale di Eugenio Bennato con canzoni della tradizione popolare, accensione del Fuoco con canti e letture dedicati e l’invito per ognuno a portare qualcosa da lanciare sul fuoco, fogli di messaggi scritti di propri sentimenti, relazioni, esperienze da lasciare al passato come “robba vecchia” per aver il nuovo.
Si conclude in tema, domenica 17 febbraio, con il fuochi di filosofia nell’anniversario del rogo che estinse la vita di Giordano Bruno, nel cortile del Convento di San Domenico Maggiore, dove il filosofo studiò. E dove il suo pensiero riecheggia ancora.
In foto, lo scambio di idee attraverso il dialogo cementa il rapporto anche tra persone che lavorano insieme
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