A distanza di quarantadue anni Napoli ospita nuovamente in uno spazio pubblico, le opere di Pier Paolo Calzolari. Dopo Villa Pignatelli nel 1977 è la volta, ora, del Madre che presenta Painting as a Butterfly, la prima grande retrospettiva dedicata esclusivamente alla produzione disegnativa e pittorica dell’artista.
Pier Paolo Calzolari, nato a Bologna nel 1943, è uno tra i più importanti artisti italiani del panorama contemporaneo. È tra coloro che Germano Celant, sul finire degli anni Sessanta, riunisce sotto la definizione di Arte Povera, un’arte che, come lo stesso Celant afferma, si manifesta “nel ridurre ai minimi termini, nell’impoverire i segni, per ridurli ai loro archetipi”. La casa ideale, uno scritto dell’artista risalente al 1968, viene da molti considerato proprio uno dei testi essenziali e di riferimento per l’Arte Povera.
Painting as a Butterfly, curata da Achille Bonito Oliva e Andrea Viliani, resterà allestita fino al 30 settembre. In mostra più di settanta lavori, tra disegni, dipinti e opere multi-materiche, che Calzolari ha realizzato dalla seconda metà degli anni Sessanta a oggi e, tra questi, anche ventotto opere mai esposte prima in un’istituzione pubblica italiana.
L’esposizione, realizzata grazie alla collaborazione tra la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e la Fondazione Calzolari, è capace di mettere a fuoco e raccontare l’intera ricerca dell’artista.
Il percorso espositivo inizia al terzo piano, seguendo un ordine cronologico e tematico al tempo stesso. Le opere risalenti alla Seconda metà degli anni Sessanta testimoniano una personale reinterpretazione in chiave scenografica e immaginifica del New Dada e della Pop Art, conosciuti dall’artista alla Biennale di Venezia del 1964.
Si continua raccontando l’arte di Calzolari fra gli anni Sessanta e Settanta, i mutamenti e tutti gli elementi che utilizza in maniera ricorrente. Al secondo piano, poi, troviamo, nella sala affrescata di Francesco Clemente e nelle quattro sale facciata, opere che reinventano la storia dell’arte, in cui si rintraccia un recupero di tecniche pittoriche arcaiche applicate su opere d’arte contemporanea.
La parte conclusiva è al piano terra, nella Sala Re_PUBBLICA Madre, con disegni preparatori della seconda metà degli anni Settanta, opere su carta più recenti e quatto opere di grandi dimensioni rappresentative degli spunti che hanno caratterizzato tutta la ricerca pittorica di Calzolari nei suoi cinque decenni.
La mostra al Madre approfondisce la pratica artistica di Calzolari, un artista complesso, che mette insieme nelle sue opere antitesi e contrasti, la materia naturale non esclude la sua rappresentazione pittorica, l’astrazione convive con la figurazione, lo spazio-tempo dell’opera dialoga con quello dell’ambiente in cui essa si inserisce.
Nei suoi lavori elementi che appartengono alla natura, come foglie di tabacco, sale o muschio, sono spesso accostati a prodotti tecnologici, i neon, i registratori o i refrigeratori: un’unione che consente di riflettere anche sulle diverse temporalità che l’opera stessa contiene.
Questa estate Edizioni Madre pubblicherà una monografia dedicata all’esposizione, un volume contenente saggi inediti di David Anfam, Vincenzo De Bellis e Andrea Viliani, le schede storico-critiche curate da Anna Cuomo e Eduardo Milone, la documentazione iconografica del fotografo Michele Alberto Sereni e una conversazione tra Pier Paolo Calzolari e Achille Bonito Oliva in cui l’artista stesso descrive la sua pittura come uno “strumento di ascolto”, uno stato di “sospensione” che conduce poi ad un’unica sintesi delle tante anime della sua ricerca.
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In foto, Pier Paolo Calzolari, Mangiafuoco, 1979 , Collezione privata
Fino al 30 settembre 2019
Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, via Settembrini 79
Lunedì e da mercoledì a sabato 10-19.30; domenica 10-20. Chiuso il martedì
Per sdaperne di più
+39 081 197 37 254
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