Le disobbedienti/Anna Politkovskaja, la giornalista russa che pagò con la vita il coraggio di raccontare l’orrore

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Mai lettura fu più attuale, mai sciagura fu più annunciata. Ci sono libri che capitano fra le mani in momenti in cui tra le pagine trovi altre domande oltre quelle che già occupano la mente.
Mi è capitato con “Anna Politkovskaja. Reporter per amore” scritto da Lucia Tilde Ingrosso per la collana femminile singolare di Morellini. Le domande che si sommano alla ricerca di ragioni, motivi e verità sono quelle sollevate dall’autrice e quelle che in questi giorni terribili si affastellano l’una dietro l’altra: la storia non ci ha insegnato nulla oppure siamo dei cattivi scolari, il sacrificio di tante persone, tra cui Anna Politkovskaja, è stato vano?
Nella lettura ho incontrato i pensieri, le speranze, i sogni e le paure di una giornalista russa che, per il suo coraggio, ha pagato con la tortura prima e la vita poi. Ingrosso ci fa conoscere la donna e la giornalista che scelse di raccontare cosa accadeva in Cecenia quando nessuno lo faceva perché scomodo, pericoloso e impopolare e che continuò a farlo ancora e ancora fino a quando non le chiusero la bocca.
L’essere una giornalista era parte costitutiva della sua identità, la sovrapposizione tra identità professionale e identità personale fu per lei completa, totale. Scrivere e raccontare affinché il mondo sapesse e decidesse da che parte stare era la sua ragione di vita, poter aiutare chi aveva bisogno di aiuto era la cifra personale.
«Quando questa gente [i ceceni ndr] viene a sapere che sono una giornalista, mi si aggrappa ai vestiti, alle mani e ai piedi come se fossi una maga e da me dipendesse qualcosa di essenziale, o quasi fosse un immenso camion carico di farina sufficiente per tutti».
Anna Politkovskaja è stata la voce di chi non ne aveva, voleva capire e far capire cosa accadeva perché le cose migliorassero, perché il suo popolo e quello ceceno potessero vivere in pace ognuno nella propria terra e perché si comprendesse che nell’ex blocco sovietico la situazione era diversa da quella che molti credevano.
Avrebbe potuto andar via dalla Russia e dalla politica di Putin, più di un paese occidentale era pronta ad accoglierla per farla sfuggire al pericolo. La minaccia di essere assassinata l’avvertiva incombente ma non si allontanò dalla sua scrivania alla Novaja Gazeta se non per andare sul campo a vivere la paura, il dolore, il senso di incredulità e disperazione per raccontarlo.
Puntava al fondo dei fatti, scavava, incontrava le persone e parlava con loro, controllava le fonti e andava di persona a vedere come stessero le cose. In Cecenia ci andò tante volte, anche dopo essere stata arrestata e torturata, con la speranza che qualcosa potesse essere risolto, che la ragione e il senso di amore per la vita, la pace e l’Umanità prevalessero.
Soprattutto ascoltava senza sottrarsi, storie terribili che lasciavano ferite nell’anima. Era una donna sensibile, intelligente e tenace con dei figli, una madre, una famiglia e un cane anziano, era una donna che aveva compreso l’impossibilità di rimanere neutrale.
Nel 2002 quando un gruppo di ceceni prese in ostaggio gli spettatori del teatro Dubrovka di Mosca la chiamarono per parlare con lei, provò a scongiurare un massacro ma non ci riuscì.
Nel 2004 per impedirle di raggiungere Beslan, dove una intera scuola era diventata ostaggio di un commando, fu avvelenata. Non ha mai mollato. Nelle fotografie e nei video sorride raramente, ha il volto tirato di chi ha visto l’orrore e se lo porta appiccicato addosso.  
Era di statura minuta, sobria e dai modi compassati, una di quelle donne il cui fisico è in netto contrasto con la forza d’animo, l’intraprendenza, la resistenza e la determinazione.
Figlia di diplomatici credeva nel potere delle parole, della mediazione e del confronto. Non si fermava davanti ai muri di silenzio, omertà e chiusura. Il lavoro di Ingrosso è costruito in un racconto a due voci, quella di Anna e quella di un uomo, il tono è intimo, delicato. Sguardi, ricordi, sentimenti.
Anna Politkovskaja fu uccisa il 7 ottobre del 2006, le indagini non hanno ancora dato volti e nomi all’assassino né ai mandanti. Piazze, vie, sale stampa e altri luoghi le sono stati intitolati in giro per il mondo.  A Roma, in Villa Pamphilj, c’è un largo a cui è stato dato il suo nome e vicino Ferrara una bretella stradale, ci sono spettacoli teatrali che portano in scena le sue parole e premi istituiti per mantenerne viva la memoria. In questi giorni le testate come quella per cui lavorava non possono pubblicare neanche una riga.
L’orrore di cui ha scritto, ha parlato e ci ha informato è, adesso, sotto gli occhi di tutti. Nei suoi libri ha spiegato l’evoluzione politica, descritto lo stile di potere di Eltsin e di Putin e – novella Cassandra – ha ipotizzato cosa sarebbe accaduto.
La sua voce risuona tragica e profetica, Anna aveva detto al mondo qual era la realtà. Raccontare la vita di un’altra persona non è cosa facile, bisogna esser capaci di indossare i panni dell’umiltà ed entrare in punta di piedi nel mondo privato di qualcuno che non siamo noi, ogni volta che leggo una biografia e percepisco l’impegno e lo sforzo per farsi strumento del pensiero altrui assumendone tutte le implicazioni mi congratulo con chi ha letto, studiato, riflettuto e meditato prima di prender una penna in mano.
Mai come in questo momento leggere il lavoro di Ingrosso risulta importante e forse non è un caso che sia arrivato in libreria adesso. Non ieri e non domani, adesso. Adesso c’è bisogno di leggere, approfondire, studiare e sforzarsi di capire le ragioni degli altri, di tutti gli altri diversi da noi, se il nostro desiderio è vivere in pace.
©Riproduzione riservata  

IL LIBRO
Lucia Tilde Ingrosso,
Anna politkovskaja. Reportare per amore,
Morellini
pagine 170
euro 17,90

L’AUTRICE
Lucia Tilde Ingrosso milanese, è giornalista professionista è autrice di 21 libri. Spazia dai gialli (5 con protagonista l’ispettore Sebastiano Rizzo) ai manuali, dai libri umoristici ai racconti. Il suo romanzo più recente è il thriller Una sconosciuta (Baldini+Castoldi). Spesso scrive in coppia con il marito, Giuliano Pavone. Di Anna Politkovskaja si è già occupata nel romanzo per ragazzi Il sogno di Anna (Feltrinelli). Il suo sito è www.luciatildeingrosso.it.

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