Editoria/La ferocia con il pizzo: Lisa Di Giovanni propone poesie d’amore all’occorrenza

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Sono – indubbiamente – poesie molto particolari quelle che ci propone la poetessa e scrittrice Lisa Di Giovanni : La ferocia con il pizzo che ha come sottotitolo la chiave del vero significato intrinseco di tutta quanta l’opera appena pubblicata, ovvero Poesie d’amore all’occorrenza.
Per quale motivo? Innanzitutto ci dice che l’argomento cardine delle sue liriche è- per l’appunto- l’amore, ma di quale tipologia amorosa si tratta? Di quello universale, di quello per se stessi o per un’altra persona?  Se di primo acchito potremmo rispondere che si tratti del terzo, poi, leggendo una quarta o quinta volta le singole liriche, cosa – per altro – assolutamente consigliabile quando si tratta di testi in versi, possiamo comprendere che- in realtà- la risposta non è poi così scontata e nemmeno completamente corretta.
Spesso e volentieri l’autrice, dalla verve romantica nel senso più etimologico del termine, si rivolge a un ipotetico interlocutore che può essere visto come il suo amato o come colui che vorrebbe amare e che vorrebbe “sfiorare”, sebbene lei sappia che non è all’altezza di farlo, come ci comunica nella sua Di Te, la poesia che apre le danze del libro.
E non è un caso che si possa parlare- a buona ragione- di danza poiché in essa “si vive” di musica: lei chiede al destinatario delle sue parole, nate non dal cuore ma da un moto dell’anima, di mettere lui stesso la già appena menzionata musica. Vuole dunque che insieme riescano a creare la loro canzone, che recherebbe dunque la doppia firma: lei come autrice del testo e lui della melodia. Ma- nel contempo- lei non vuole che le sue parole rimangano soltanto sue. Vuole infatti che ci siano uno scambio tra di loro e ce lo fa ben intendere in Baby, qualche pagina più avanti, che possiede una grande musicalità e che non stonerebbe di certo come testo di un brano, magari cantato da un rapper.
Tuttavia sarebbe davvero riduttivo definire solamente La ferocia con il pizzo una sorta di canzoniere. In realtà, è molto ma molto di più: è l’urgenza dell’autrice di conoscere davvero chi è non sono l’altro, ma anche lei stessa.
La sua è una penna che ama giocare con le parole con il preciso obiettivo di “cercare la strada verso la luce”, salvo poi “non voler andare verso di essa”, come ci racconta in Tenebre. Un continuo e perpetuo gioco di ombre, molto affascinante, che solo un animo umano attento e altamente sensibile, o meglio, a detta sua, ferocemente sensibile, può davvero comprendere ed apprezzare fino in fondo. Introspettivo ma nel contempo diretto. (Claudia Riccio)
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In foto, l’autrice mostra una copia del suo libro

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