Ci ha lasciato a 91 anni il talento di Riccardo Dalisi. 91 anni di pura creatività vissuta e donata negli ambiti più diversi, che dalla città di Potenza diventa partenopea di adozione a tutti gli effetti. Tanti di noi hanno un ricordo personale del maestro, sicuramente la sua umiltà e i suoi valori sono il filo rosso comune.
Una carriera costellata di premi e riconoscimenti, un lungo lavoro accreditato in tutto il mondo.
La sua visione rivoluzionaria sfociò negli anni ‘70 con la fondazione di “Global tools” e l’intento di una contro-scuola per sovvertire la didattica istituzionale. Un nutrito gruppo di visionari e una sorta di laboratori diffusi dove l’esperienza artistica si univa al sociale e al confronto, dove si poteva imparare quello che la scuola non insegna e cioè quelle esperienze di vita più formative e interessanti.
I temi di fondo erano le stesse urgenze che ritroviamo oggi: l’ecologia, la globalizzazione, i diritti umani. Ed è tutto nella bellissima pubblicazione uscita nel 2019 dall’eloquente titolo “Global tools. Quando l’educazione coinciderà con la vita”, frutto di un accurato lavoro di raccolta di materiali che fa emergere quanto il ruolo della figura di un architetto, un designer, di un artigiano o di un artista dovrebbe essere sempre parte attiva di quell’ “educare” alla cultura nel senso più ampio del termine.
Nel corso della sua vita, tante furono le sue attività dedicate ai ragazzi dei quartieri più complessi come il Rione Traiano e Scampia o ai ragazzi di Nisida. La sua didattica recuperava la tradizione e il lavoro manuale più puro, valore altissimo di un territorio come quello napoletano.
Agli angoli dei Quartieri Spagnoli i materiali come latta e rame diventano forme favolistiche, raccontano storie, si elevano a letteratura e a linguaggio, il suo design “povero” comunica con facilità e con altrettanta facilità diventa parte del patrimonio.
Entrare nella sua tana del bianconiglio in Rua Catalana, il suo studio colmo di ispirazioni, è un viaggio in un mondo che sovverte ma che al tempo stesso non spiazza, anzi. Mette in connessione il bambino che siamo stati con la realtà circostante. E il suo spirito bambino è ovunque, a ricordarci di avere uno sguardo più semplice possibile, destrutturarci dalle complessità del sistema, appellarci a un pensiero critico diretto e chiaro, rifuggire dalle manipolazioni.
Mancherà a più di una generazione ma il suo lascito, soprattutto intellettuale oltre che artistico, siamo certi sarà nelle buone mani di chi continuerà a fare arte ed essere artista nel segno dei suoi radicali valori.
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Riccardo Dalisi nel suo studio