Due anni fa Parigi ha riscoperto la sua anima napoletana. Grazie al progetto che il direttore del Museo e Real bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger insieme a Christophe Leribault, suo omologo al Petit Palais, ha proposto per quattro mesi nella capitale francese, da settembre 2019 fino a gennaio 2020, poco prima che esplodesse la pandemia.
Restituendo, così, a Vincenzo Gemito, lo scultore folle, quella caratura mondiale che già gli era stata riconosciuta da giovane quando aveva esposto il pescatorello, nella seconda metà dell’Ottocento, al Salon parigino .
Una vita da leggenda, la sua che ha attraversato letteratura e teatro, riapprodando sul palcoscenico con lo spettacolo (già presentato al Campania teatro Festival) dell’associazione culturale NarteA e del teatro Insania (ph Sabrina Cirillo)
Al Piccolo Bellini da stasera (martedi 26 aprile) fino al primo maggio il pubblico potrà confrontarsi con L’arte d’ ‘o pazzo.
La vita di Gemito comincia con un’assenza, quella dei genitori. Neonato, è abbandonato alla ruota degli esposti all’Annunziata. Il suo ingresso nel mondo è tormentato come lo sarà la sua intera esistenza, segnata pure dalla reclusione in manicomio, fino all’ultimo respiro. In una totale solitudine.
Spiega Antimo Casertano che della pièce è autore e regista: «Questo spettacolo nasce dalla volontà di narrare e investigare la crisi vissuta da Gemito, ma che può attraversare qualsiasi artista, in qualsiasi ambito. Quanto spesso sentiamo parlare di artisti, autori, musicisti, attori in crisi, che si trovano a fare i conti con i propri demoni? Il nostro mestiere è da sempre in bilico, precario, non solo per la questione economica, ma anche e soprattutto per la questione emotiva e psicologica. Bisognerebbe sfatare il mito del genio-folle: molto spesso chi attraversa un momento insano non riesce a creare nulla di geniale».
L’obiettivo, dunque, non è solo quello di far emergere la figura di un grande artista ma anche di esplorarne quella inquietudine spesso insanabile che appartiene all’umanità.
Oltre ad Antimo Casertano, sul palco Daniela Ioia, Luigi Credendino, Ciro Kurush, Giordano Zangaro.
Particolarmente felice, la scelta di abbinare la messinscena alla mostra nel foyer di alcune riproduzioni di busti provenienti dalle Fonderie Gemito, realizzate con calchi originali del maestro, per tuffarsi nel suo universo creativo. Sarà anche possibile partecipare alla visita guidata a cura dello storico dell’arte Matteo Borriello .