La vita è un sogno con Silvia Siravo (foto) al Festival delle Ville Vesuviane – Progetto 700 (Esedra della Villa Campolieto h.21). Sul palco nei panni di Rosaura per il testo di Pedro Calderon de la Barca, venerdì 2 e sabato 3 alle 21.
Con lei in scena, Mariano Rigillo, Angelo Tosto, Ruben Rigillo, per la regia di Giuseppe Dipasquale. Pedro Calderón recupera alle soglie della modernità il tema mitico dello scontro fra padre e figlio e lo trasforma in un intenso dramma barocco, dove la complessità del tessuto concettuale e delle riflessioni filosofiche viene diluita in un’azione avvincente di grande impatto spettacolare.
La storia del principe di Polonia Segismundo – imprigionato dalla nascita dal padre astrologo Basilio – e del crudele esperimento di cui è vittima, si affianca all’esperienza dolorosa di Rosaura che cerca di recuperare l’onore perduto.
È un dramma appassionante sul potere e la violenza, una geniale variazione sugli eterni temi del rapporto conflittuale tra generazioni, tra libertà e destino, tra autorità e ribellione. Calderón ha creato un capolavoro della cultura occidentale: il personaggio di Segismundo è divenuto un mito della coscienza tragica dell’uomo moderno, simbolo dell’impossibilità di stabilire il confine tra apparenza e realtà e della dolorosa constatazione della precarietà dell’esperienza umana.
Silvia Siravo è inoltre impegnata con la collega ed amica Arianna Ninchi, con il progetto editoriale dal titolo Musa e getta edito da Ponte alle Grazie dedicato a sedici scrittrici per sedici donne indimenticabili (ma a volte dimenticate). In questa sorprendente raccolta, molte fra le più amate e apprezzate scrittrici italiane raccontano altrettante «muse»: donne sfrontate e bellissime o, al contrario, miti e riservate che, per lo spazio di una notte o per l’esistenza intera, hanno stretto relazioni complesse (e pericolose) con uomini di successo. E, tra le tante iniziative che la vedono coinvolta, il 24 settembre sarà in Cilento con il progetto Significar Mangiando.