Lo scorso mese di ottobre, il giorno 6, il Senato spagnolo ha votato una legge sulla “Memoria democratica”. Principalmente per far luce sulla guerra civile e la dittatura franchista, al fine di stabilire se vi è stata violazione dei diritti umani, nel periodo tra il 1978 e il 1983.
Nel cuore dell’Europa, quindi, vi è uno Stato che non consentirà più, senza equivoci, l’apologia del franchismo.
Il primo ministro del governo socialista – Pedro Sanchez – ha inteso chiudere definitivamente un passato ingombrante, una eredità che toglieva voce ai vinti, proponendo una pacificazione nazionale che passasse attraverso una rottura storica ancora infarcita di faziosità.
In Italia sono state censite, allo stato, ben 15 formazioni di ispirazione neofascista che propongono, di fatto, gli stessi concetti di controllo, ordine e patria, perpetuati dal regime nel secondo ventennio del secolo scorso.
Come può avvenire una pacificazione nazionale nel nostro paese se non si sciolgono, per legge, sigle e movimenti xenofobi e formazioni populiste e identitarie? Come si possono consentire idee che hanno come motto (esplicito) “Vita est militia super terram”?
Questo arcipelago dell’ultradestra si ispira chiaramente alla formazione politica greca “Alba Dorata”, nel frattempo riconosciuta organizzazione a delinquere dalla Corte di Appello di Atene, lo scorso 7 ottobre 2020.
Ebbene, sembrerebbe questa la fase storica per proporre, nel nostro paese, lo scioglimento di partiti, organizzazioni e movimenti di matrice fascista e neofascista.
Perché le attuali opposizioni in Parlamento non firmano un disegno di legge, che sia il primo, in tal senso? Un segnale non equivoco di unità sulla tenuta storica, culturale e contro un revisionismo strisciante che tende a “comprimere” il carattere antifascista della nostra Costituzione.
Una volta tanto si dimostrerebbe la prevalenza della politica, senza aspettare la via giudiziaria, per far rispettare princìpi e valori inderogabilmente scolpiti nelle regole democratiche di cui l’Italia è figlia.
Chi ha appena perso le elezioni cominci a recuperare terreno contro il nascente esecutivo che non nasconde “motti” mai rinnegati o fintamente celati, recuperi un’identità storica precisa e concordante con la carta costituzionale, senza equivoci e infingimenti. Il gradimento degli italiani, su questo punto, risulterebbe netto e convincente.
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