Mettere a nudo le proprie manie, raccontarsi dal di dentro, spogliarsi dei pensieri intimi, è un modo intelligente di “scaricare e scaricarsi” psicologicamente, una maniera di collocarsi nel mondo aperta e libera, spensierata ma non leggera. E’ così che scorrono, tra fantasia e realtà, i 99 racconti brevi contenuti nel libro dal titolo: “Amo le mie manie” – di Luciana Pennino – Edizioni Homo Scrivens (2021), pagg. 180, euro 15.
Un libro, quello di Luciana Pennino, che cattura lettrici e lettori poiché capace di cambiare situazione pur rimanendo costante, dall’inizio alla fine dello stesso, il tratto intimista, quello che si sente dentro ma non si palesa (o quasi) agli altri, all’esterno.
Come quando nella vita di tutti i giorni si “abbozza” spesso, si ripiega, si lascia correre anche di fronte a una buona azione che non viene apprezzata. Difficile ma possibile. Oppure il “rito” di fotografare (prima) ciò che si mangia per postarlo sui social network, una contemporaneità di cui a quasi nessuno frega, ma che ci riempie il sol farla vedere al mondo intero. Che dire poi di quei vistosi brufoli in età adolescenziale, combattuti a più non posso, fino allo sfinimento psicologico, con creme, maschere, scrub.
L’affezione a un luogo particolare, da ricordare indelebilmente, una gravidanza attesa, un luogo comune (un libro che inganna l’attesa, la borsa di una donna che ti salva la vita), una consonante o una vocale che ti cambiano l’esistenza, non sopportarsi abbastanza. Tutti esempi di scrittura creativa, che ti incollano allo scorrere delle pagine; brevi, chiari e con concisi esempi che ne suggellano la lettura.
Una sorta di esercizio psicologico, interiore, come sentire l’esigenza di vuotare il sacco, quasi a descrivere manie inverosimili, anormali, ma che più normali non possono essere.
È difficile non rivedersi in questo libro, è come se fosse stato scritto anche con le mani di chi legge, forse è proprio questo l’intento della scrittrice, ovvero avvertire l’esigenza di raccontare quelle tante anomalie giornaliere che ci circondano, fino a normalizzarle, a ricomprenderle come forza e non come debolezza.
Luciana Pennino, con questo scritto, si confronta con la vita, denuda sentimenti, emozioni, accarezza quelle mille cose quotidiane che strutturano la personalità, e ci ride anche sopra. Interpreta ciò che ognuno di noi si porta dentro, finanche ad accettare il sentirsi addosso più personalità, ovvero ciò che uno sogna di essere (fuori da quello che è).
La particolarità, infine, sta nel fatto che a ogni racconto si attaglia una frase celebre che ha a che fare con il testo. Una novità che mantiene alti l’attenzione e il livello della lettura.
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