Spaghetti aglio e olio, scarole, melanzane. Compongono un quadro di famiglia che evoca sapori contadini ma anche dialogo con la tradizione e cultura gastronomica d’origine. Del ponte tra Napoli, anzi Mariglianella, nella provincia del capoluogo campano, e New York attraverso ricette semplici e fresche, accompagnate da commoventi ricordi, parla Francesco (per la sua routine statunitense Frank) Iovine nel libro “Meals and memories with nonno”.
Una bella pubblicazione, ricca di foto da archivio familiare, raccolte per non dimenticare emozioni, ricorrenze e momenti di vita quotidiana. Dove un ruolo di peso tocca pure a metodo, rigore e pazienza.
Il libro (in inglese e italiano, la traduzione è di Francesca Di Matteo) arriva sul tavolo di chi scrive annunciato da un’amica belga, Magali Vilain, mediatrice culturale innamorata di Napoli e dell’Italia, che ha battezzato la propria società di comunicazione con il nome Tancrede, ispirato al Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Frank Iovine (o Francesco) che sul suo profilo di linkedin oltre che come detective del dipartimento newyorchese, si presenta in veste di autore e esperto della consapevolezza di sé, ha affidato a un indirizzo napoletano il suo messaggio di tenerezza per Angelo, il nonno che ha vissuto fino a 101 anni grazie a una alimentazione mediterranea cui è rimasto sempre fedele.
La sua storia è venata di dolce malinconia. Non aveva nemmeno 18 anni, Angelo, quando passò per Ellis Island (oggi museo dell’immigrazione) alla foce del fiume Hudson che per anni è stato luogo stazione in cui transitarono e furono ispezionati milioni di persone che scappavano dalla miseria per trovare negli Stati Uniti la speranza di un sogno da realizzare, dopo aver mostrato i loro documenti di viaggio.
Negli occhi e sulla pelle l’abbraccio d’addio della mamma che lo preferì migrante sulla Guglielmo Peirce piuttosto che imbarcato su una nave da guerra. Era il febbraio 1921 e non avrebbe più rivisto la sua patria con cui mantenne un filo sottile ma solido proprio attraverso il cibo.
A New York avrebbe cominciato il suo nuovo percorso lavorando prima al dipartimento dei trasporti e poi in quello dei parchi urbani, avrebbe sposato Rose, nata nella Grande Mela da genitori di Mariglianella, proprio come in un film in cui i destini s’incrociano per misteriose coincidenze.
Verdure e frutta il suo nutrimento principale, carne un due volte la settimana, secondo principi attuali di una sana alimentazione mediterranea dove il caffè di mattina non mancava mai. Metodico e moderato, andava a fare la spesa un paio di volte la settimana in due dei suoi mercati preferiti. E proprio la moderazione lo ha guidato nella sua lunga passeggiata sulla terra. Insieme all’amore per l’adorata moglie, la nonna di Frank, anche lei cuoca meravigliosa.
Un nonno con il cappello, ne aveva tanti e non mancava mai di indossarne uno quando usciva, come un vero gentleman. Che ha lasciato in eredità il suo cuore grande e la passione in ogni piatto che cucinava. Tramandata attraverso ingredienti e preparazione in un infinito rispetto per la natura. E per le radici che non ha mai strappato, pur abitando tanto lontano dalla sua campagna napoletana.
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The taste of roots/ Francesco Iovine gathers recipes and memories of his grandfather Angelo in a book

Spaghetti garlic & oil, escarole, eggplants. They compose a family picture that evokes country flavors but also a dialogue with tradition and gastronomic culture of (Italian) origins. About the bridge between Naples, or rather Mariglianella, in the province of the main city of Campania, and New York through simple and fresh recipes, accompanied by poignant memories, speaks Francesco (or Frank) Iovine in the book “Meals and memories with Nonno.”
A beautiful publication, full of photos from family archives, collected in order not to forget emotions, anniversaries and moments of daily life. Where a weighty role also goes to method, rigor and patience.
The book (in English and Italian, the translation is by Francesca Di Matteo) arrives on the table of who is writing announced by a Belgian friend, Magali Vilain, a cultural mediator in love with Naples and Italy, who baptized her own communication company with the name Tancrede, inspired by Giuseppe Tomasi di Lampedusa’s Il Gattopardo.
Frank Iovine (or Francesco), who on his linkedin profile in addition to his role as a New York department detective, presents himself as an author, a mindfulness expert and a life onsultant, entrusted to a Neapolitan address his message of tenderness for Angelo, the grandfather who lived till the age of 101 thanks to a Mediterranean diet to which he always remained faithful.
His story is tinged with sweet melancholy. He wasn’t even 18 years old, Angelo, when he passed through Ellis Island (now the Immigration Museum) at the mouth of the Hudson River, which for years was a station place where millions of people transited and were inspected as they fled misery to find in the United States the hope of a dream to be realized, after showing their travel documents.
In his eyes and on his skin there was still the farewell embrace of his mother who preferred him as a migrant on the William Peirce rather than embarked on a warship. It was February 1921 and he would never again see his homeland with which he maintained a thin but solid thread right through food.
In New York he would begin his new path
by working first in the Department of Transportation and then in the Department of City Parks, he would marry Rose, born in the Big Apple with parents from Mariglianella, just like in a movie in which destinies cross because of mysterious coincidences.
Vegetables and fruits his main nourishment, meat twice a week, according to current principles of a healthy Mediterranean diet where coffee in the morning never lacked. Methodical and moderate, he went shopping a couple of times a week at two of his favorite markets. And it was precisely moderation that guided him in his long walk on earth. Along with his love for his adored wife, Frank’s grandmother, also a wonderful cook.
Angelo was a grandfather with a hat: he had many and never forgot to wear one when he went out, like a true gentleman. Who left as a legacy his big heart and passion in every dish he prepared. Transmitted through ingredients and preparation, in an infinite respect for nature. And for the roots he never ripped out, even though he lived so far from his Neapolitan country.


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