Cambia nome e costruisce una traccia di strategia. Lo scrittore Maurizio de Giovanni irrompe con energia nella sede della Fondazione Premio Napoli a Palazzo reale all’appuntamento con la stampa in un venerdì mattina (ieri) che mette a dura prova il traffico cittadino tra manifestanti in strada e prove per il concerto di Gigi D’Alessio in piazza del Plebiscito.
Pima ancora di annunciare che si chiamerà Campania legge Fondazione Premio Napoli rifiuta di rilasciare qualche dichiarazione a beneficio chi fa informazione tra video e telecamere e ha bisogno di luce particolare per le riprese. «Non posso fare due conferenze stampa, escludendo qualcun altro che poi aspetta nell’altra sala». Sembra un dettaglio irrilevante, ma non lo è: il nuovo corso della presidenza de Giovanni assegna all’inclusione e all’informazione un ruolo centrale.
Ogni tassello della comunicazione ha un proprio (fondamentale) valore nella costruzione di una strada differente da quella percorsa finora: dalla tv alla carta stampata, passando per i social e la diffusione online di notizie e opinioni anche contrarie, benvenute perché solo insieme, ragionando e discutendo su proposte diverse, si può operare una trasformazione della società.
Non un club per poche persone, per chi già ha inclinazione naturale alla lettura: Campania legge diventerà un’agenzia per la diffusione culturale con il coinvolgimento delle scuole.
«Noi dobbiamo portare la lettura lì dove è assente. Il nostro problema sono i ragazzi che non vanno a scuola: a loro occorre far capire la contiguità tra studio e lavoro. Porteremo i libri nelle carceri, negli ospedali, nelle mani di gente che ha bisogno di libri e non lo sa».
Così la lettura, che è un’attività contro una passività imperante e ha una funzione avveniristica perché è in grado di erigere mondi fantastici, diventa uno strumento per combattere la dispersione scolastica e la parola scritta un’arma potente per dare un altro volto al territorio. Tanto da poter fargli mutare pelle negli anni che verranno, rendendolo, alle fine del percorso, la Svizzera d’Italia.
Il primo messaggio forte dell’inversione di rotta è proprio il tema del riconoscimento letterario di quest’anno, il Mediterraneo, per valorizzare il ruolo di Napoli come grande ponte di culture.
Il Mediterraneo inteso ugualmente come metafora: crocevia dove si incontrano e si scontrano culture e storie diverse, ma anche espressione della capacità di aprire il proprio cuore per accogliere.
E ancora vento di novità soffia sulle sezioni: nella narrativa ci sarà posto per reportage letterario e graphic novel. Più snello, inoltre, il numero dei giurati: il finanziamento dei Comune e Regione (in totale 300mila euro) veniva speso al 90 percento per regalare i libri alla giuria. Quindi, taglio drastico dei giudici lettori (saranno distribuite gratuitamente solo 400 copie rispetto alle 9.000 di prima) ma altrettanto ampliamento di visione: il premio non sarà che un elemento della manifestazione.
«Organizzeremo eventi e incursioni di vario genere– continua il neopresidente- coinvolgendo figure del mondo dello spettacolo, della cultura anche nazionalpopolare. A partire dalle masterclass tenute dai grandi nomi che compongono il comitato tecnico – tra cui gli scrittori Igiaba Sciego, Diego De Silva, Maurizio Braucci – e poi attività con realtà che promuovono iniziative culturali in periferia, flash mob letterari, podcast sugli incontri che si terranno in fondazione e in altre sedi, estratti da romanzi, dibattiti con influencer e booktoker, coinvolgimento di personaggi popolari tra i giovani come attori, musicisti, youtuber e fumettisti».
Ci saranno contest scolastici per incentivare la creatività attraverso la lettura, proponendo di realizzare mini sceneggiature da tradurre in cortometraggi che verranno premiati insieme alle opere di celebri autori.
E inseguendo l’orma del lavorare insieme è meglio, si lanceranno il 19 giugno gli Stati generali della lettura nella sede della fondazione a Palazzo Reale per individuare come costituire un osservatorio, un programma di interventi, un ciclo di appuntamenti utili alla diffusione della parola scritta e di quella letta con associazioni e realtà culturali attive già da tempo sul campo e i responsabili del Comune di Napoli del Patto per la lettura cui aderisce “Campania legge” .
Nel presentare il programma della svolta, il nuovo presidente ha affermato che a Napoli non esiste una rassegna editoriale nazionale e che i tentativi di realizzarne una, dopo i primi vagiti, sono sempre precipitati nel nulla.
È vero, ma è altrettanto vero che la Campania è un laboratorio molto interessante da questo punto di vista: tante le forze editoriali indipendenti che nascono di anno in anno raccogliendo tutte le loro energie, per far sentire la voce di nuove scrittrici e scrittori. L’autentico problema del Sud è la grande distribuzione che resta interdetta a molte piccole e medie case editrici. Per arrivare nelle mani dei lettori e delle lettrici, i libri devono atterrare nelle librerie, anche in quelle del centro e del nord d’Italia ed essere ben esposti.
Se veramente la Fondazione Premio Napoli ha come obiettivo quello di diventare un’agenzia per la diffusione culturale, negli stati generali della lettura che ha intenzione di organizzare non dovrebbe escluderle ma invitarle, studiando con loro un piano di sviluppo collettivo che possa produrre una rete di distribuzione editoriale nazionale per tutto il Mezzogiorno. Questa sarebbe una bella prima volta che potrebbe annunciare una svolta definitiva. L’indipendenza editoriale mediterranea, partendo da Napoli.
In foto, Maurizio de Giovanni al centro, durante la conferenza stampa
De Giovanni president changes name and strategy: here is Campania reads. The written word starts from the Mediterranean and builds the region’s future
He changes its name and builds a trail of strategy. The new president, the writer Maurizio de Giovanni, energetically bursts into the Naples Prize Foundation headquarters in the Royal Palace at the press appointment on a Friday morning (yesterday) that puts a heavy strain on city traffic between protesters in the street and rehearsals for Gigi D’Alessio’s concert in Piazza del Plebiscito.
Before even announcing that the event will be called Campania legge (Campania reads) Fondazione Premio Napoli, he refuses to make any statement for the benefit of those who do information between videos and cameras and need special light for filming. “I can’t have two press conferences, excluding someone else who then waits in the other room.” This sounds like an irrelevant detail, but it is not: the new course of the de Giovanni presidency gives inclusion and information a central role.
Each piece of communication has its own (fundamental) value in building a different road from the one taken so far: from TV to print media, via social media and the online dissemination of even contrary news and opinions, which are welcome because only together, reasoning and discussing different proposals, can a transformation of society be made.
Not a club for a few people, for those who are already naturally inclined to reading: it will become an agency for cultural dissemination with the involvement of schools.
“We need to bring reading to places where it is absent. Our problem is the kids who don’t go to school: they need to be made to understand the contiguity between study and work. We will take books to prisons, hospitals, into the hands of people who need books and don’t know it.”
Thus reading, which is an activity against a prevailing passivity and has a futuristic function because it is able to erect fantastic worlds, becomes a tool to combat school dropout and the written word a powerful weapon to give another face to the territory. So much so that it can make it change its skin in the years to come, making it, at the end of the road, the Switzerland of Italy.
The first strong message of the change of direction is precisely the theme of this year’s literary award, the Mediterranean, to enhance the role of Naples as a great bridge of cultures.
The Mediterranean also understood as a metaphor: a crossroads where different cultures and histories meet and clash, but also an expression of the ability to open one’s heart to welcome.
And still wind of novelty blows on the sections: in the narrative there will be place as well literary reportage and graphic novel. Leaner, too, the number of jurors: the funding from the City and Region (a total of 300 thousand euros) was being spent 90 percent to give books to the jury. Thus, drastic cut of reader judges (only 400 copies will be distributed free of charge compared to 9,000 before) but also broadening of vision: the prize will be but one element of the event.
“We will organize events and incursions of various kinds-continues the newly appointed president-involving figures from the world of entertainment, culture, even national-popular culture. Starting with master classes held by the big names who make up the technical committee-including writers Igiaba Sciego, Diego De Silva, Maurizio Braucci-and then activities with realities that promote cultural initiatives in the suburbs, literary flash mobs, podcasts on the meetings that will be held at the foundation and other venues, excerpts from novels, debates with influencers and bookmakers, involvement of figures popular among young people such as actors, musicians, youtubers and cartoonists.”
There will also be school contests to encourage creativity through reading, proposing to make mini-scripts to be translated into short films that will be awarded along with the works of famous authors.
And following in the footsteps of working together is better, the States General of Reading will be launched on June 19 at the foundation’s headquarters at the Royal Palace to study the establishment of an observatory, a program of interventions, and a series of appointments useful for the dissemination of the written and read word with associations and cultural realities already active in the field and the City of Naples’ managers of the Pact for Reading to which “Campania legge” adheres .
In presenting the turnaround program, the new president said that there is no national publishing exhibition in Naples and that attempts to implement one, after the first vagaries, have always fallen on deaf ears.
This is true, but it is equally true that Campania is a very interesting laboratory from this point of view: so many independent publishing forces are born from year to year gathering all their energies, to make the voices of new writers heard.
The real problem in the South is the large-scale distribution that remains barred to many small and medium-sized publishing houses. To get into the hands of readers, books must end up in bookstores, even those in central and northern Italy, and be well displayed.
If the Naples Prize Foundation really aims to become an agency for cultural dissemination, in the general states of reading it plans to organize, it should not exclude publishers but invite them, studying together with them a collective development plan that can produce a national publishing distribution network for the whole of southern Italy. This would be a good first time that could announce a definitive breakthrough. Mediterranean publishing independence, starting from Naples.