Bagnoli, Pnrr e cambiamento. Non si è sottratto alle domande il sindaco Gaetano Manfredi all’apertura del Forum organizzato dal settimanale italiano Elle pubblicato dall’editore Hearst, aperto stamattina proprio dall’intervista del direttore Massimo Russ con il primo cittadino.
A Palazzo Gravina, partendo dal titolo Elle getting greener che sottolinea l’impegno ambientalista del settimanale, si è svolta una giornata scandita da una raffica incontri per riflettere su come assumere una nuova consapevolezza verso l’ambiente attraverso tre operazioni: pensare (think), cambiare (change), fare (do).
In realtà, la conversazione del direttore della rivista, Massimo Russo (che ha dato il via all’iniziativa promossa in collaborazione con il dipartimento di Architettura della Federico II) con il primo cittadino partenopeo, pur inserendosi nella sezione think, ha abbracciato tutti i tre movimenti necessari per invertire la rotta dell’umanità e salvare il pianeta Terra dal disastro.
Per fare, infatti, bisogna prima pensare, poi cambiare tipo di comportamento e, quindi, agire. Riassumendo velocemente la posizione su Bagnoli che dopo 30 anni di immobilismo vede riprendere la marcia della bonifica con la realizzazione entro 5 anni dello Science center, il sindaco si è soffermato sulla nuova immagine della città, prima pesantemente offuscata dal velo della criminalità organizzata, ridotta, infine, a un quadretto di pizza e mandolino.
«Riguardo al tema del cambiamento – sottolinea- c’è il desiderio di poter ritrovare una dimensione di città che non perda le sue radici e la sua forte identità ma riesca a calarsi meglio nella modernità, interpretando le nuove tendenze, i nuovi bisogni. Napoli ha avviato questo percorso, è al centro infatti di processi significativi, di un grande flusso turistico, di una nuova immagine. Oggi quando si parla di Napoli si sente una narrazione diversa rispetto agli stereotipi del passato. Io e la mia amministrazione, insieme ai cittadini, stiamo lavorando in questa direzione. Napoli può rappresentare, in questa fase di transizione globale, un grande punto di riferimento capace di affrontare le sfide determinanti della contemporaneità. Si può essere competitivi senza perdere l’anima».
E in questa corsa contro il tempo per promuovere una reale metamorfosi sociale non si può non parlare di pnrr: «È fondamentale – sottolinea Manfredi– spenderebene i fondi del Pnrr e sufficientemente in tempo. La scadenza del 2026 per il termine dei progetti è estremamente vicina, dal momento che si tratta di interventi strutturali molto complessi. Credo che nel Pnrr ci siano opere molto importanti e interventi significativi e la sfida è molto ambiziosa. L’Italia aveva bisogno di un grande piano di investimenti, che erano stati interrotti a causa della crisi del 2008/2013».
A Napoli fondamentale sarà la rigenerazione urbana. Di questo processo l’atto più iconico, «è l’abbattimento delle Vele con la costruzione di un nuovo quartiere ecosostenibile, e quattro grossi interventi in periferia a Ponticelli, San Giovanni a Teduccio e Scampia. Abbiamo poi l’intervento sull’Albergo dei Poveri, che è un’altra delle grandi opere incompiute della città. Abbiamo un progetto che lo trasformerà in grande hub culturale e della creatività. Abbiamo poi una serie di progetti diffusi come l’intervento su quasi 100 scuole della città di tutti gli ordini e gradi di istruzione per creare degli spazi per l’educazione che siano più confortevoli, sicuri e sostenibili e accompagnino meglio i nostri ragazzi».
Ma il mondo può voltare pagina solo se si guarda alle nuove generazioni, un punto nodale è «il tema dell’educazione dei giovani, il tema della crescita culturale come grande volano di sviluppo economico e il grande tema della rigenerazione degli spazi urbani in una logica di abbattimento dei divari, di maggior integrazione».
La scelta diportare questo forum a Napoli non è stata causale. La città è sotto gli occhi del mondo per il suo successo nel campionato di calcio, per la sua bellezza e per la ricchezza della sua arte che il mondo sta imparando a conoscere, prima e dopo l’esposizione di alcune opere custodite nel museo di Capodimonte, ora esposte per sei mesi al Louvre.
Molti stanno scoprendo che Napoli è una città di primati (primo tra tutti, la ferrovia Napoli-Portici) e ora, complice anche lo scudetto, potrebbe diventare simbolo dell’orgoglio nazionale.
«Napoli – conclude Manfredi- è il laboratorio di quelle che sono le contraddizioni e le opportunità della contemporaneità. Se qualcosa si riesce a fare a Napoli si può fare dappertutto perché qui le cose sono più difficili che in altre parti del mondo ma sono anche più divertenti. Quindi ci auguriamo di far bene, di fare cose molto interessanti e di far raccontare una Napoli che funziona».
Foto dei quartieri spagnoli di Enzo Abramo da Pixabay