Le disobbedienti/ “Tre zie e una nipote”: Marifulvia Matteazzi Alberti riporta alla luce la società italiana attraverso ricordi di famiglia. Dal periodo della guerra a oggi

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I ricordi familiari sono il canovaccio su cui Marifulvia Matteazzi Alberti costruisce “Tre zie e una nipote” per Robin edizioni. Ripercorrendo le conversazioni con la madre e le zie, la protagonista riporta alla luce la società italiana, nella sua evoluzione, dal periodo della guerra alla contemporaneità.
I rapporti tra madri e figlie, i fidanzamenti, i matrimoni, i legami tra sorelle e quello suo, di bambina prima e di adulta poi, con le zie. Lo sfondo è quello della città di Vicenza. Lo stile intimista fa emergere i pensieri, le considerazioni e i sogni di una giovane donna che ricordando elabora il proprio percorso identitario attardandosi su sensazioni e analisi.
Leggiamo il passaggio dalla semplicità dell’infanzia alle inquietudini e incertezze dell’adolescenza fino all’esperienza universitaria filtrate dalla presenza di modelli di riferimento femminili che ogni ragazza sceglie partendo da quelli a lei più vicini, quelli all’interno del nucleo familiare.
La madre e le zie rappresentano quello che vorremmo – o non vorremmo – diventare, i modelli da seguire nella scelte di moda e nello stile che vorremmo imitare mentre cresciamo e comprendiamo il significato di brandelli di conversazioni tra adulti e storie familiari più volte ascoltate.
In ogni famiglia ci sono ricordi gioiosi, momenti luttuosi e – talvolta – episodi di rottura che assumono i contorni dello scandalo accompagnati dalla rimembranza di semplici gesti legati ad abitudini quotidiane e profumi, colori e oggetti tipici di ricorrenze e adunate tra parenti.
La preparazione di una pietanza, l’apparecchiare la tavola in un certo modo, l’uso di un proverbio o un certo atteggiamento del volto sono tutti elementi che, fin da bambini, interiorizziamo in un processo di assimilazione che, con l’andar del tempo, diventerà ricordo e – più o meno consapevolmente – parte del nostro carattere e della personalità.
«Restano i pensieri: possiamo far ritornare i nostri cari con le parole, le immagini. Anche zia Rosina, come zia Anna e zia Paolina, resterà in me e ogni qualvolta lo vorrò ritorneranno tutte ancora a farmi compagnia, come nei pomeriggi delle domeniche di quando ero ragazza».
Il ricordo delle domeniche pomeriggio è uno spazio interiore che si dilata per contenere quel lento scorrere del tempo in cui, dopo aver condiviso la tavola, ci si dedica alle chiacchiere, quella tradizione orale che le donne di ogni famiglia tengono viva per tramandare il patrimonio di storie da una generazione all’altra: la gioventù dei nonni, le gite fuori porta, la guerra, la paura, le difficoltà economiche, gli amori, i figli, gli amici, le cugine e i cugini sono la rappresentazione di un modello sociale di famiglie numerose e solidali unite da legami autentici e costanti nel tempo.
Il romanzo è scandito da un tempo lento, avulso dalla frenesia contemporanea dominata dall’ossessione di una necessaria, compulsiva e irrinunciabile connessione in tempo reale. I ricordi risalgono a un periodo storico nel quale le relazioni umane si costruivano e alimentavano attraverso la presenza, il contatto epistolare e le sporadiche telefonate, erano relazioni di vicinanza e condivisione in cui gli amori delle zie si nutrivano di sguardi, perifrasi e attese di incontri.
Matteazzi Alberti guida, il lettore e la lettrice, in un racconto nel quale molti possono scorgere parte dei propri ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza rinverdendo la presenza delle figure femminili di nonne, madri, zie, cugine e amiche di famiglie che, entrando e uscendo dalle nostre vite, le hanno arricchite di aneddoti, esempi, modi di dire e di essere, risate, lacrime, ricette e ammonimenti.
Una lettura piacevole dal sapore dolce malinconico, venato di ironia, in cui si guarda allo scorrere del tempo da una prospettiva individuale che si inserisce nei cambiamenti della società italiana. Uno stile narrativo fluido e coinvolgente punteggiato da descrizioni come pennellate che portano alla memoria vecchie fotografie, assolati meriggi estivi, fredde giornate invernali e legami di famiglia che si intrecciano negli anni.
Quante/i di noi conservano il ricordo di un pranzo domenicale con le zie dilatato in un pomeriggio di caffè e chiacchiere? A chi una tale rimembranza difettasse, l’autrice porge quello delle proprie protagoniste.
©Riproduzione riservata

IL LIBRO
Marifulvia Matteazzi Alberti,
Tre zie e una nipote,
Robin edizioni
Pagine 231
euro 16
L’AUTRICE
Marifulvia Matteazzi Alberti vicentina, laureata in Lettere moderne a Padova, curatrice e critica d’arte. Ha realizzato pubblicazioni, cataloghi e monografie per eventi e manifestazioni artistiche. Ha pubblicato il libro di racconti con M. Pavan Al di là dei ricordi (Edizioni Esca – Vicenza 2019) e il romanzo Di me, di te, di noi (Robin Edizioni – Torino 2020)

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