Ad Astra edizioni/ “Il diavolo in me”: otto autori raccontano storie di uomini e donne che lottano contro il proprio demone

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Sono otto gli autori che mettendo insieme l’ingegno hanno dato vita alla raccolta di racconti “Il diavolo in me” a cura di Cristiano Venturelli. Racchiude storie incredibili di uomini e donne che sono in procinto di lottare contro il proprio demone. Le dipendenze raccontate dagli autori sono tra le più disparate, e accompagnano il lettore in un mondo dove la dipendenza è dietro l’angolo.
Uno dei racconti più emozionanti, è senz’altro “La farfalla” di Cristiano Venturelli. L’argomento cardine è la fame compulsiva. I 134 kg di Teresa, protagonista della storia, si riflettono nell’angoscia di ogni momento. Essa fa fatica in qualsiasi attività fisica, e ogni movimento le costa fatica. Venturelli presenta una donna tediata dalla fine di un matrimonio, e la sua insoddisfazione sembra averla trasformata in un essere informe, incapace di dire basta alla sua dipendenza.
La sua angoscia è facilmente visibile in ogni aspetto della propria esistenza, soprattutto per ciò che concerne le attività lavorative. Il lato fisico, ovviamente si riflette sul suo stato mentale, conseguendone un’accesa depressione. Solo l’incontro con un’amica fidata sarà in grado di dare una svolta alla propria esistenza. Luisa, amica di vecchia data, le consiglia di affidarsi ad un’associazione particolare, dove è necessario “essere pronti a tutto”.
La Fondazione per quanto spietata fornisce nel suo modo di agire, lo sprono necessario per il cambiamento di una vita. L’amore per sua figlia, e la paura di eventi tragici, porteranno Teresa ad un cambiamento drastico. Da qui, il titolo di Venturelli, si rivela essere assolutamente efficace. La farfalla, nella sua figura in cambiamento, sembra prestare il volto ad una donna che finalmente decide di cambiare “pelle”.
Il racconto di Claudio Balboni, “la Bumba”, presenta la classicità di un fenomeno, senza risultare ridondante. Riprende il genere del grottesco, e presenta un racconto dove tutte le tematiche circa la tossicodipendenza sono presentate in maniera originale.
Il racconto prende una piega diversa, quando il suo protagonista dopo aver assunto ingenti quantità di droga, si ritrova alla porta la sua vecchia vita, tuttavia, sembra essere ormai troppo tardi. La tossicodipendenza di Balboni è raccontata in maniera creativa. Di essa si evince principalmente lo spasmo di gioia che ne consegue all’immediata assunzione.
Queste e molte altre le interessanti storie di dipendenza, dove tra generi differenti, personaggi e stili, è ben difficile annoiarsi. (Miriana Kuntz)

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