Nel romanzo distopico “I senzavoce” di Giuseppina Mellace e Maria Delfina Tommasini (Edizioni Progetto Cultura, pag. 154, euro 15) si narra una vicenda appassionante che parla alla coscienza delle persone: il punto focale dell’opera risiede infatti nella salute del nostro pianeta che, al tempo in cui è ambientata la storia, è ormai compromessa irrimediabilmente.
È Cinzia Tani a raccontarci della situazione in cui volge la Terra nella prefazione all’opera: «Siamo alla fine del terzo millennio, quando il riscaldamento globale ha trasformato completamente il nostro pianeta. Scomparsi i ghiacciai e molte specie animali, cancellate dal mare intere città costiere come Venezia, Miami, Amsterdam. Foreste in fuoco, temperature insopportabili che costringono la gente a lavorare nelle proprie case. Ridotti al minimo i rapporti sociali con l’effetto dell’atrofia delle corde vocali e della laringe. Eccoli i senzavoce».
Quindi il nostro mondo ha raggiunto il punto di rottura, e a pagarne le spese non è stato solo l’ambiente ma anche gli esseri umani e gli animali, decimati dalle alte temperature, dalla carestia e dalle pandemie; una persona, invece, è riuscita a trarne profitto: è la scienziata Urzeja che, tramite un piano decisamente diabolico, ha ridotto quel che è rimasto dell’umanità in schiavitù e si è autoproclamata regina.
Al contrario dei senzavoce, la donna ha conservato l’uso della parola grazie a una pianta, la pulchra herba, dalle incredibili proprietà magiche, e non vuole assolutamente condividere la scoperta con i suoi sudditi, che ella chiama i Pezzenti.
Urzeja vive in un castello fortificato e protetto da degli esseri mostruosi, insieme ai suoi fedeli servitori e ai due figli, Ario e Ribas, nati da un’accurata selezione genetica; i Pezzenti, invece, vivono in case fatiscenti che si affacciano su strade sporche e buie, conducendo un’esistenza miserevole.
Tra di loro vi sono i giovani protagonisti dell’opera: Eric, un ragazzo coraggioso che vuole scoprire la verità sulle antiche Rovine a cui è proibito avvicinarsi, il suo amico Amil, l’orfana H-12, che non ha diritto ad avere un vero nome perché non appartiene a niente, ed è quindi considerata una persona-numero; poi ci sono i gemelli Eduard ed Elisabeth, insieme alla loro sorella maggiore Jasmine, Philip, Mark, Alice e Cornelio, accompagnato da Gatto, un felino geneticamente modificato.
I ragazzi parteciperanno a una serie di gare per la conquista dell’Uovo Polimerico dell’Uccello dalle Piume di Fuoco, bramato intensamente da Urzeja per motivazioni oscure; sarà un’occasione più unica che rara per tentare di riconquistare la libertà, e sovvertire il tirannico governo della regina senza cuore. (Fabiola Lari)
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