Cosa spinge un calciatore con ingaggio milionario a scommettere illegalmente? L’ultimo filone di indagine riguarda alcuni giovani giocatori di calcio in carriera, attenzionati dalla Procura della Repubblica di Torino, per aver scommesso su piattaforme informatiche abusive.
Un calcio sempre più malato, quello italiano, tra i più conosciuti al mondo, ma oggi tormentato da vertici sportivi assolutamente inadeguati di fronte a continue emergenze: passaportopoli, scommesse clandestine, debiti societari, plusvalenze, bilanci truccati.
Inchieste, accuse, litigi, sospetti. Droga, procuratori, diritti tv, stadi. Un guazzabuglio dal quale non si esce. Questa inchiesta appena partita fa riflettere sulla giovane età dei calciatori coinvolti, le nuove generazioni, ovvero gente agiata, privilegiata, venerata. Insomma, a quelli che teoricamente non mancherebbe niente.
Allora, perché delinquere? Perché mancano i valori, le riflessioni familiari, i rapporti di comunità sani e inclusivi, i princìpi, l’etica, la morale. Mancano guide comportamentali, modelli positivi, riferimenti sociali certi.
Questi calciatori non dovrebbero più mettere anche un solo piede su un campo di calcio, cominciare il percorso personale di vita daccapo, impegnandosi per i beni comuni, percorrendo i sentieri della fatica vera e mettendosi a disposizione del prossimo bisognoso e in difficoltà del vivere. Solo così potrebbero rendersi conto di ciò che hanno perso e cosa potrebbero guadagnare, in stima umana e gratitudine, nel mettersi a disposizione del bene.
Questa è la generazione Z, ma non quella figlia dei social, la Z sta per ultimo gradino della scala sociale. Si dovrebbero affacciare alla vita ripartendo dal fondo, dove loro stessi si sono relegati, pur potendo godere di vertici già di successo, prendendo consapevolezza di quello che dovrebbe essere il senso da dare allo sport e più in generale alla vita stessa. Una maniera utile per prendere coscienza di sé e prospettarne un cambiamento interiore.
Questi “nuovi ricchi” vogliono diventarlo ancora di più, anche alterando le regole, imbrogliando chi resta nei confini della liceità. Sono i nuovi figli dell’egoismo sociale. Si sentono impuniti perché circondati dal potere, non badano alla responsabilità del proprio agire. Sono quelli che “spostano” il limite ancora più giù, quelli per cui il fondo non esiste o che, in ogni caso, non li riguardi.
I comportamenti che ne derivano andrebbero invece inquadrati nei regolamenti sportivi come i più deleteri e come tali essere sanzionati a dovere. Ma la FIGC, gira la testa dall’altro lato, fa finta di non vedere, come pure le società di calcio che nicchiano, omettono, tirano avanti come nulla fosse.
Ma un giovane che guadagna milioni di euro ogni anno, che è quindi ricco, osannato, vive dell’adorazione dei propri tifosi, non è sottoposto ad attese, a fare file, praticamente privilegiato in tutto, e nonostante questo altera le regole, sente l’esigenza di truccare, taroccare, che aspettative sane può dare alla propria vita? Questo giovane non ha un orizzonte, non sogna, è chiuso nel suo mondo.
Il calciatore va sanzionato, condannato, se è il caso, ma il “giovane” anche aiutato.
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