Quartiere Latino, il condominio museo di arte contemporanea a km-0 sito in Via Cirillo a Napoli, ha presentato la sua prima esposizione permanente intitolata “Worksite” che vede la co-partecipazione di 12 artisti.
Il Quartiere Latino si presenta come una fucina sperimentale e la mostra è frutto di un percorso relativo agli ultimi due anni, fatto di confronti e connessioni.

“Worksite” – foto di Antonio Battiniello

Il nuovo spazio espositivo è una sorta di piccolo deposito segreto, utilizzato dagli operai del cantiere in corso perchè attualmente la struttura è sotto lavori di manutenzione interna e di restauro della facciata esterna. E proprio questa sorta di varco spazio-temporale rimasto in disuso a lungo, ha dato l’idea ai curatori Nicola Vincenzo Piscopo e Marta Ferrara di focalizzare l’attenzione sui processi di cantiere, di worksite, che possono essere proiettati anche sul resto della città di Napoli che spesso è un vero cantiere a cielo aperto.
I 12 artisti presentano opere in parte inedite mentre altre sono nate in relazione all’abitare il condominio e che spesso vanno cercate e notate proprio perché perfettamente integrate nel contesto.
Abbiamo intervistato Nicola Piscopo in merito a questa nuova ripartenza, all’approccio con il territorio e al rapporto con gli artisti che entrano a far parte del Quartiere Latino.
«Quello che proponiamo con la mostra “Worksite” non è altro che il prosieguo del nostro filo conduttore qui al Quartiere Latino e cioè un continuo dialogo tra interno ed esterno. Gli artisti lasciano le loro tracce, quelle della memoria per chi è già stato con noi, e quelle nuove per chi entra a farne parte oggi. Opere che possono richiamarti già dall’ingresso (come il citofono a cui nessuno risponderà, di Fabrizio Cicero) o che invitano ad addentrarti nei meandri di un deposito riscoperto.

Foto di Antonio Battiniello


Foto di Antonio Battiniello

Miriamo a coinvolgere creativi nel raggio di 1 km da noi, proiettati alla condivisione e al voler familiarizzare letteralmente con le mura e gli inquilini stessi del palazzo! Perchè oltre al momento performativo è importante stabilire un rapporto non soltanto tra i componenti del collettivo stesso ma anche con l’ambiente circostante. A oggi si sono ammorbidite le distanze tra “noi artisti” e il vicinato che inizialmente ci vedeva come quelli di un altro pianeta. C’è anche una maggiore tutela che viene dalla comprensione delle opere stesse che ormai fuoriescono dall’ interno del nostro atelier e si raccontano lungo le scale e i pianerottoli.

Il nostro intento è anche quello di colmare un vuoto, perché pensiamo che manchi una rete a supporto di questa parte del centro storico di Napoli e se ognuno ha un’idea e riesce a metterla in pratica, siamo già a un piccolo passo avanti. Possiamo educare al bello e sensibilizzare.
In maniera diversa lo sta facendo anche Felice del Bar Riccardi
che è proprio di fronte a noi (sponsor anche della nostra inaugurazione insieme alla Cantina Sepe del Rione Sanità) e che invita gli streeartist a decorare le saracinesche abbandonate della zona. Si è posto le stesse domande e sta agendo da parte attiva cosi come proviamo a fare noi, pur muovendoci in ambiti completamente diversi.
Le iniziative dal basso possono innescare eventi a catena e nel nostro caso far superare il concetto dell’arte “per pochi” per far capire che invece può essere un mezzo per arrivare a moltissimi».
©Riproduzione riservata

Gli artisti in mostra: Fabrizio Cicero, Miho Tanaka, Paolo La Motta, Clarissa Baldassarri, Veronica Bisesti, Antonella Raio, Gabriella Siciliano, Andrea Bolognino, Vincenzo Rusciano, Roberto Pugliese, Lucas Memmola, Carmela De Falco.

Per saperne di più
quartierelatinomuseo.it

Latin Quarter/ A museum apartment building that gives space to artists along the stairs and landings. In the Neapolitan historic center

Quartiere Latino, the km-0 contemporary art condominium museum located in Via Cirillo in Naples, presented its first permanent exhibition entitled “Worksite” featuring the co-participation of 12 artists.
Quartiere Latino presents itself as an experimental foundry, and the exhibition is the result of a journey related to the last two years, made of comparisons and connections.
The new exhibition space is a kind of small clandestine warehouse used by the workers of the ongoing construction site, since the building is currently undergoing internal maintenance and restoration of the external façade. And it is precisely this kind of space-time gap, unused for a long time, that gave curators Nicola Vincenzo Piscopo and Marta Ferrara the idea of focusing on the processes of the construction site, the worksite, which can also be projected onto the rest of the city of Naples, which is often a real open-air construction site.
The 12 artists present works, some of which have never been shown before, while others are works that have been created in the context of living in the condominium and that often need to be sought out and noticed, precisely because they are perfectly integrated into the context.
We interviewed Nicola Piscopo about this new beginning, the approach to the area and the relationship with the artists who will become part of the Latin Quarter.
“What we are proposing with the exhibition “Worksite” is nothing more than the continuation of our common thread here in the Latin Quarter, and that is a continuous dialog between inside and outside. The artists leave their traces, those of memory for those who have already been here, and new ones for those who are joining us today. Works that can call you back from the entrance (like the intercom that no one will answer, by Fabrizio Cicero) or that invite you to enter the meanders of a rediscovered deposit.
We aim to involve creatives within a 1km radius of us, who want to share and literally get to know the walls and tenants of the building themselves! Because in addition to the performative moment, it is important to establish a relationship not only between the members of the collective itself, but also with the surrounding environment. To this day, the distances between “us artists” and the neighborhood, which at first looked at us as if we were from another planet, have become smaller. There is also a greater protection that comes from understanding the works themselves, which now spill out of our studio and tell their stories along the stairs and landings.
Our intent is also to fill a void, because we think that there is a lack of a network to support this part of the historic center of Naples and if everyone has an idea and is able to put it into practice , we are already a small step forward. We can educate about beauty and raise awareness.
Felice from Bar Riccardi is also doing it in a different way: he is right in front of us (also sponsor of our inauguration together with the Cantina Sepe of Rione Sanità) and invites street artists to decorate the abandoned shutters in the area. He has asked himself the same questions and is acting actively as we try to do, despite moving in completely different fields.
Bottom-up initiatives can trigger chain events and in our case cause overcome the concept of art “for a few” to make it clear that it can instead be a means to reach a lot of peeople”.
Here are the artists on display:
Fabrizio Cicero, Miho Tanaka, Paolo La Motta, Clarissa Baldassarri, Veronica Bisesti, Antonella Raio, Gabriella Siciliano, Andrea Bolognino, Vincenzo Rusciano, Roberto Pugliese, Lucas Memmola, Carmela De Falco.
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quartierelatinomuseo.it

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