“Colui che danza cammina sull’acqua e dentro una fiamma”. L’immagine poetica dell’autore spagnolo Garcìa Lorca illumina il mondo esterno e interno di chi è ispirato da questa vocazione. Ed è l’idea che ha inondato la mente dei tanti spettatori qualche giorno fa, nel teatro più bello del mondo, il San Carlo. Affollato da genitori, parenti, amici emozionati nel vedere le loro figlie e i loro figli correre leggeri sul palco, avvolti dall’ebbrezza della musica, dopo mesi di paziente e faticosa preparazione.
In scena, lo spettacolo di fine anno della scuola di ballo guidata dal 20 ottobre 2015 dal francesce Stéphane Fournial che non è stato tenero sin dall’inizio della sua direzione e che alla fine dell’esibizione, però, insieme al suo staff, dal palco ha parlato con orgoglio dei suoi “figli danzanti”, diplomandone ufficialmente cinque e annunciando oltre duecento prossimi ingressi.
Scenografia impeccabile, essenziale, delicatamente colorata, con tre lampadari che spiccano (forse come metafora della luce che anima ogni artista) per la parte iniziale, dove gli allievi, dai più piccoli (della propedeutica) fino all’ottavo corso, hanno dato prova dei loro studi, accompagnati dal fuoco della passione.
Nella seconda, dalla Bayadère, ovvero il regno delle ombre (su musica dell’austriaco Léon Minkus con coreografia di Marius Petipa, seguito dalla danza dei ventagli coreograficamente rivisitata) fino al Lago dei cigni, celebre balletto che continua a far sognare generazioni sulle note di Čajkovskij, i giovani artisti si sono mostrati trepidi e raffinati interpreti di capolavori, offrendo loro tutti i sentimenti delle loro rispettive età.
Tra gli spettatori, mamme e papà seduti in platea e nei palchi, ma anche un maestro trentenne del Massimo palermitano, arrivato a Napoli per seguire commosso l’evoluzione e i progressi della propria allieva.
Una magia, la definisce Ginevra De Masi, del quarto corso, che con la gemella Virginia condivide l’amore per la danza e tanti progetti futuri. «E’ stato un anno impegnativo e speciale, questo trascorso con le insegnanti e Stéphane Fournial direttore. Il mio pensiero costante: migliorarmi ogni giorno, consapevole che per me danzare è come abitare in Paradiso. E quando arriva l’applauso la felicità è immensa, ma subito segue una fitta al cuore perché quel momento è già finito…».
Ginevra e le altre. Un esempio di come ragazze e ragazzi possano impegnarsi, lavorare, sudare in nome dell’arte. Lontano dai clamori superficiali dei talent show, scommettendo sulla cultura.