Nella rubrica “I colori della libertà” non poteva mancare spazio a un importante evento come Napoli Pride 2024. Siamo alla ventottesima edizione cittadina. Ma cominciamo da ieri: nel 1984 a Napoli fu fondata il circolo di cultura omosessuale Antinoo Napoli che parte dell’organizzazione.
Quest’anno l’associazione compie 40 anni di attività, lotte, determinazione. Un gruppo creato per uscire allo scoperto, essere visibili agli occhi di un mondo che non voleva riconoscere i diritti degli altri, con una chiesa che demonizzava chi non rientrava in schemi precisi. Volevano il cambiamento, e allora si discuteva, ci si confrontava.
Il circolo Antinoo è tra le più longeve associazione Lgbtqia+ italiane, punto di riferimento cittadino, nazionale e internazionale per la tutela e la difesa dei diritti e delle istanze delle persone. In campo, il superamento di parole come normalità o accettazione e l’eliminazione di etichette per definire le persone omosessuali.
Lgbtqia+ può sembrare un codice fiscale, ma è semplicemente una sigla utilizzata per identificare lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer, intersessuali, asessuali e chiunque non si definisca eterosessuale.
E, adesso, ecco la notizia: Napoli Pride 2024 fa pace con i diritti. Madrina sarà Malika Ayane che si è detta fiera di farne parte, sottolineando come il cambiamento sia un percorso lungo. Sabato 29 giugno si svolgerà il corteo del Napoli Pride.
La parata conclusiva sarà preceduta da una settimana di iniziative e di eventi per la seconda edizione napoletana del Pride Park (dal 21 al 28): il “villaggio dei diritti”, uno spazio aperto in città per incontri, confronti, convegni, dibattiti, mostre, spettacoli sui temi che trovano piena cittadinanza nel Napoli Pride.
Napoli è stata la città italiana che ha ospitato nel 1996 il primo pride del sud Italia, terzo in Italia dopo Roma 1994 e Bologna 1995. Il capoluogo partenopeo ha ospitato nel 2010 il suo secondo pride nazionale dopo quello del 1996.
Da Napoli partono i Campania Pride con il Salerno Campania Pride del 2012 e il Benevento Campania Pride del 2014. A Napoli nasce l’Onda Pride nel 2013 e nel 2014 il Mediterranean Pride of Naples (MPoN) che porta alla firma della carta di Marsiglia nel 2017 per la libera circolazione dei diritti, delle idee e delle persone, con i Pride di Marsiglia, Beirut, Algeri, Tunisi, Pompei. Dal 2018, con lo storico Pride a Pompei, le manifestazioni arrivano anche nell’area metropolitana di Napoli, a Sorrento nel 2019, Torre Annunziata nel 2022, Scafati nel 2023 (in provincia di Salerno) e quest’anno Torre del Greco, previsto il 28 settembre.
Nel 2016 il corteo del Napoli Pride entra nella ex Nato di Bagnoli, fuori dal centro della città ed è la prima manifestazione che fa il proprio ingresso in un luogo occupato per decenni da una delle più grandi basi Nato del mediterraneo.
Il Pride trova, in questa occasione, una storica e suggestiva alleanza con i lavoratori e le lavoratrici dell’ex stabilimento siderurgico di Bagnoli. Una simbiosi tra le istanze del Pride con quelle di un pezzo della città che attende da decenni un intervento politico risolutivo ai problemi di inquinamento e desertificazione postindustriale successiva alla dismissione dell’Italsider (ex ILVA).
Dopo l’edizione del 2006, organizzata da Arcigay Napoli in occasione del decennale di quel primo Napoli Pride degli anni Novanta, con l’edizione del 2009 il Napoli Pride verrà riproposto ogni anno, senza interruzione alcuna, tant’è che il Napoli Pride risulterà l’unico in Europa a non fermarsi neanche durante la pandemia da Covid-19, con le storiche edizioni del 2020 e del 2021.
Il Comitato organizzatore del Napoli Pride 2024 è costituito da: Coordinamento Campania Rainbow (CCR), Antinoo Arcigay Napoli (che festeggia, appunto, i suoi primi 40 anni), ALFI Le Maree, Associazione Trans Napoli (ATN) e Pride Vesuvio Rainbow (PVR).
Il Napoli Pride è realizzato con il Comune di Napoli e il supporto di Famiglie Arcobaleno, AGEDO, Pochos Napoli, da diversi anni riceve il riconoscimento del Patrocinio morale della Regione Campania, della Città Metropolitana di Napoli e di consolati, come quello francese e statunitense.
Sostenuto, patrocinato, sponsorizzato da tutti quei soggetti e quelle realtà, pubbliche o private, che aderiscono pienamente a una comune piattaforma politica e programmatica.
Dalle ultime edizioni è crescente anche la partecipazione all’incontro conclusivo di artisti locali e nazionali e personalità del mondo della cultura, dell’arte, dello sport e dello spettacolo: oltre Malika Ayane, Anna Tatangelo, Paola Turci, Valeria Marini, Bianca Guaccero, Maria Nazionale, Isa Danieli, Maurizio De Giovanni, Angela Luce, Giuliana De Sio, Ornella Muti, Arisa, Patrizio Oliva, Massimiliano Rosolino, Virginio, Andrea Sannino, Franco Ricciardi, Luigi Strangis, Ginevra Lamborghini, Mr. Hyde, Giulia Molino, Marco Carta, Rosario Miraggio, solo per fare alcuni nomi.
Un momento di rivendicazione, ma anche di bilancio del lavoro svolto nel corso di un intero anno per portare a compimento propositi e raggiungere traguardi.
Si ritorna in piazza nel segno dei colori della gioia, in tempi bui. Con la minaccia di conflitti sempre più devastanti e sempre più vicini che lasciano esposti maggiormente tutte le soggettività più fragili, come le persone Lgbttqia+.
Non solo la pace nel mondo è in pericolo, lo sono sempre di più pire i diritti umani, civili e sociali. Con un governo, sottolineano gli organizzatori, sempre più estremista, queerfobico, omofobico, transfobico, lesbofobico e misogino, lavora a pieno regime per smantellare i principi cardine della Costituzione, mettendo seriamente in discussione i fondamenti della Democrazia, quei principi di uguaglianza, di libertà e di autodeterminazione, ormai quotidianamente sotto attacco.
Lo confermano l’attacco violento al diritto di interruzione volontaria di gravidanza, con l’apertura nei consultori alle associazioni antiabortiste, la persecuzione di stato ai danni delle famiglie omogenitoriali o le politiche razziste e discriminatorie poste in essere nei confronti di migranti e dei richiedenti asilo. Tanto da provocare continui ammonimenti e richiami al nostro Paese da parte delle Istituzioni europee.
L’obiettivo del Pride è quello di una cultura libera da stereotipi e dai ruoli di genere, perché tutte e tutti possano esprimersi liberamente; l’introduzione del matrimonio egualitario e una riforma profonda del diritto di famiglia che riconosca dalla nascita le figlie e i figli delle coppie dello stesso sesso. La possibilità di accedere alle tecniche di fecondazione assistita, l’accesso alla genitorialità per chi lo desidera, senza ostacoli o criminalizzazioni.
E ancora una riforma della medicina di genere che tenga conto di tutte le persone e delle peculiarità dei corpi non binari, una medicina che non sia creata su misura del binarismo di genere.
E una cultura libera passa per la scuola in un paese civile, con istituzioni democratiche laiche. Al di là di modelli che la società che impone. Quindi, il pride diventa una chiamata all’ impegno civico per difendere quel diritto alla felicità teorizzato proprio da un grande pensatore napoletano, Gaetano Filangieri.
Per saperne di più
https://napolipride.org/
Foto da Pixabay