Le disobbedienti/ Ugolina di Biella, indipendente e determinata: la voce (differente) di un’immigrata italiana raccolta dalla scrittrice Jean Webster

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“Ugolina di Biella” è un racconto inedito di Jean Webster tradotto da Miriam Chiaromonte e pubblicato, per la prima volta in Italia, da una giovane casa editrice interessata ai testi che possano restituire voce alle donne: PublisHERstory.
L’intento della nuova realtà indipendente è dichiarato nella scelta del nome in cui compare, come illustrato dalla sua fondatrice, «un gioco di parole tra Publisher e non più History ma Herstory un nuovo lemma creato nel mondo anglosassone proprio per sottolineare l’ottica della storia da un punto di vista femminile… un progetto editoriale votato a ridare complessità all’esperienza femminile grazie alla ricerca storica sia da un punto di vista femminile in quanto pensata e creata dalle donne stesse come punto di osservazione privilegiato e non più solo raccontato ma anche grazie al contributo maschile perché la Storia, e le storie, che vogliamo raccontare hanno come fattore comune la ricerca storica e la capacità di sottolineare il vissuto femminile con competenza».
Jane Webster scrive della sua storia, amava l’Italia al punto da scegliere come argomento della tesi di laurea i nostri usi e costumi studiandone anche il linguaggio al fine di conoscere i luoghi e le ambientazioni dei futuri racconti e romanzi.
Venne diverse volte dagli Stati Uniti, all’inizio del Novecento, incontrando in uno dei soggiorni la donna che sarebbe diventata la governante di famiglia: Ugolina di Biella. Il racconto propone un punto di vita interessante sul fenomeno dell’emigrazione italiana di quel periodo perché Ugolina, benché spinta a partire in cerca di un futuro migliore dal fratello già emigrato, ha dei terreni di proprietà e persegue una indipendenza economica che non contempla il matrimonio, è – per quell’epoca- una donna autonoma dotata di carattere, iniziativa e spirito.
Incuriosita dalla cultura americana esprime le proprie idee e opinioni suscitando l’ilarità della famiglia dell’autrice che, raccontandola, perpetua gli stereotipi che hanno accompagnato gli italiani emigrati con una cifra ironica.
L’autrice apprezza il carattere di Ugolina e lo tratteggia restituendo una immagine altra dalle donne italiane che emigravano in preda alla disperazione e lo sconforto per condurre, molto spesso, una misera e triste esistenza, Ugolina non è affatto disperata e gode della socialità della casa in cui vive contribuendo alla conversazione senza lasciarsi intimidire, al punto che quando sarà sostituita se ne avvertirà la mancanza.
Jean Webster, conosciuta per il romanzo “Papà Gambalunga”, fu una attivista impegnata per l’affermazione della parità di genere e l’emancipazione delle donne, interessata a diversi temi sociali come il razzismo e la salute mentale lasciò questo racconto nel cassetto.
Il testo, già di per sé unico, si caratterizza per l’essere – come tutti quelli pubblicati – impaginato con caratteri di una grandezza superiore a quella solita e con una spaziatura che ne rendono agevole la lettura. PublisHERstory, da poco presente sul panorama editoriale, si annuncia come una realtà da tenere d’occhio per la scelta del catalogo che si va, via via, arricchendo di proposte interessanti.
 ©Riproduzione riservata

IL LIBRO
Jean Webster,
Ugolina di Biella
PublisHERstory
Pagine 71 euro
10,92

L’AUTRICE
Jean Webster, pseudonimo di Alice Jane Chandler Webster (Fredonia, 24 luglio 1876 – New York, 11 giugno 1916), è stata una scrittrice statunitense, la madre era nipote di Mark Twain.
Fu attenta a tematiche sociali, promuovendo istruzione e suffragio femminili. Tra i suoi romanzi: When Patty Went to College (1903), The Four Pools Mystery (1908), Much Ado About Peter (1909), Just Patty (1911), Daddy-Long-Legs (1912) e il suo seguito (spin off) Dear Enemy (1915).

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