Le parole hanno un potere straordinario: sanno plasmare mondi, evocare emozioni … dare forma ai pensieri più nascosti. Mentre mi accingo a scrivere questa lettera ripenso a quanto mi ha ripetuto più volte un caro amico: il tuo modo di scrivere è desueto lontano dal ritmo moderno, molto più stringato ed immediato. In effetti sono rimasto sempre molto colpito dagli articoli di alcuni giornali: per invogliare la lettura sottolineano il tempo molto limitato necessario per scorrere il testo. Mi è sembrato come se qualcuno tentasse di vendere un prodotto non per la qualità dello stesso ma solo perché è essenziale e scarno.
Avrei voluto rispondergli che questo imbagascimento del lessico, che vede un incremento del linguaggio per slang, che utilizza un vocabolario ristretto e poco preciso, che reitera concetti e parole, che grida per renderlo più convincente, che usa parole banali o insignificanti e che spesso utilizza la parolaccia, non può alimentare la mente e lo spirito. Non l’ho mai fatto per discrezione, ma anche per il rispetto che ho per la sua sincera amicizia. Resto comunque convinto di certe considerazioni: la scrittura ha una sua dignità solo se aiuta a costruire una documentata conoscenza perché i dati di un’informazione senza la consapevolezza del contesto non hanno significato.
Si avvicina il 25 dicembre, un giorno di festa particolare: uno dei più ricchi di commistioni culturali e religiose della storia umana. Nelle radici del Natale ci sono culture e religioni provenienti dalla Siria, dall’Egitto, dalla Mesopotamia, dalla Persia, dall’Arabia e della stessa antica Roma.
Il 25 dicembre è la data di nascita e festeggiamento di personaggi divini precedenti la comparsa di Cristo: il Dio Horus egiziano, il Dio Mitra indo-persiano, il Dio babilonese Tammuz/Yule e Shamas. Sempre il 25 dicembre viene festeggiato l’Invictus Sol Elagabalus a Emesa, oggi Homs, dove è nato l’imperatore Marco Aurelio Antonino che porta tale culto a Roma con il nome di Deus Sol Invictus, dio Sole invincibile, che trionfa sulle tenebre. In tale data viene accreditata anche la nascita di Zarathustra e Khrisna, Dioniso, Adone, Attis … il Dio Freyr, secoli o millenni prima di Cristo.
I Vangeli non indicano né il giorno né l’anno della nascita di Cristo per cui tale data non è nota: pare sia stata scelta dall’Imperatore Costantino, che pur essendo un cultore del Dio Sole, nel 330 dopo aver abbracciato la fede cristiana, trasforma la festa del Sol Invictus del 25 dicembre in Festa Cristiana. Il 7 marzo 321, aveva già cambiato il nome del primo giorno della settimana, festivo da Dies Solis, il venerabile giorno del Sole a Dominus, il giorno del Signore. Papa Giovanni Paolo II lo dice esplicitamente in un’udienza del 22 dicembre 1993 quando afferma: ai cristiani apparve logico e naturale sostituire quella festa con la celebrazione dell’unico e vero Sole, Gesù Cristo.
La domanda che ci possiamo porre è: come mai tutte le religioni sottolineano la data del 25 dicembre e la associano al Sole? Nell’emisfero settentrionale, nei giorni che vanno dal 22 al 24 dicembre il Sole sembra fermarsi in cielo: è il Solstitium, Sole fermo, d’inverno, quando si trova nel punto più lontano dall’equatore.
Per convenzione il fenomeno accade il giorno 21, ma diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo perché sono i giorni in cui il sole sembra fermarsi per invertire il proprio moto. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima con conseguente notte più lunga e giorno più corto dell’anno. La paura che il sole possa perdere forza e non rinascere più durante l’inverno ha attraversato l’antichità che ha considerato quel fenomeno allo stesso tempo magico e drammatico.
Tutta la natura è come sospesa in questa morte simbolica che attende una resurrezione da esorcizzare con riti e festeggiamenti con lo scopo di aiutare il sole nel momento di minor forza. La morte della luce si accompagna alla morte del sole come divinità fecondante e portatrice di calore, di vita, di benessere. Il sole cede il posto alle tenebre, per poi rinascere come rigenerato. Le giornate dopo il solstizio divengono sempre un po’ più lunghe, e di nuovo il potere del Dio Sole cresce e si manifesta nella sua luce.
La paura della morte, che si materializza con la perdita della temperatura del corpo e del calore degli affetti, da sempre accompagna la vita dell’uomo. Con l’avanzare dell’età alcune persone, che ci hanno accompagnato nel nostro viaggio, non ci sono più e noi siamo costretti a trasformare quegli affetti in ricordi: memorie con cui convivere per il resto della vita. Con coloro che abbiamo condiviso spazio e materia, che ci hanno aiutato ad esplorare il mondo e a viaggiare con le parole, con la morte perdono la forma, che ci permetteva di identificarli e diventano storie.
Sul comò della camera da letto ho la foto di Ambra che i suoi familiari hanno scelto per ricordarla ora che non c’è più. Faccio fatica a guardarla senza emozionarmi e spesso, quando i ricordi si sovrappongono con forza, a trattenere il gonfiore degli occhi. Ho scoperto che nei diciotto anni passati nella stessa scuola ho passato più ore con lei che con mia madre.
Ho conosciuto Ambra nel 2001 quando sono arrivato nella scuola di piazza Mercato. Il primo impatto con il nuovo ambiente mi spinge ad ascoltare molto per conoscere la platea scolastica, le problematiche territoriali e l’eccessiva conflittualità che noto sia internamente che esternamente alla sede scolastica.
Ambra, che come docente ha svolto i suoi primi anni di lavoro in una istituzione scolastica privata rinomata e quelli successivi in scuole pubbliche, molto difficili e poco motivate, è diventata ben presto un interlocutore privilegiato per la sua conoscenza diretta, di diverse sfere di realtà. Con il pensionamento del docente vicario è subentrata in quel ruolo e lo ha svolto, per tutto il periodo che io sono stato in quell’istituzione scolastica, con dedizione e professionalità. In quel periodo la scuola, che ha una denominazione moto articolata, è in una situazione difficile; a seguito di episodi di grande scontro tra genitori, docenti e alunni, con servizi giornalistici e interviste, viene raffigurata come violenta, nella trasmissione in onda sul primo canale della Rai La vita in diretta.
Dopo un primo anno di osservazione nasce in modo quasi spontaneo un gruppo di ricerca e studio, di cui Ambra è la prima animatrice, che coinvolge tutti i soggetti disponibili. Si tratta di individuare attraverso l’autonomia scolastica gli aspetti organizzativi e gestionali di un progetto scuola per piazza Mercato. Con Sepeithos Eurisko nasce il primo percorso formativo dell’istituto; è rivolto agli alunni della scuola secondaria ed è lei la protagonista di questa prima sperimentazione che fa da apripista per gli altri che verranno successivamente.
Vivendo in una famiglia con una realtà economica fatta di imprenditorialità privata, attraverso Claudio, marito e affettuoso compagno di vita, ha aiutato la scuola a creare un aggancio con le realtà produttiva della società. Attraverso sponsorizzazioni e donazioni, che hanno integrato le risorse statali, la scuola ha rinnovato le strutture scolastiche e si è arricchita di dispositivi didattici: da quelli digitali delle classi della scuola primaria e secondaria a quelli educativi delle sezioni dell’infanzia e della sezione primavera.
Questo tipo di approccio verifica le competenze non sull’autoreferenzialità ma su certificazioni esterne; ecco allora la realizzazione all’interno della scuola del test center dell’ECDL e il Trinity Test center per la certificazione della conoscenza della lingua inglese da parte del Trinity College London.
La sede della scuola secondaria, una volta negozio di ferramenta, stretta, alta e lunga ha una conformazione strutturale particolare con ambienti piccoli e corridoi difficili da controllare. In più occasioni si è mostrata poco adatta per le attività didattiche che vengono continuamente monitorate con l’intento di ottimizzare l’organizzazione funzionale dello spazio.
Ambra opera in questa sede e anche se abita a Pozzuoli alle 7.30 – 7.40 la sua auto è già parcheggiata nei pressi della scuola. Poiché resta nella scuola fino al tardo pomeriggio e talvolta anche fino a sera inoltrata assicura una presenza continua alla struttura ed è un punto di riferimento importante per le numerose attività pomeridiane.
La nuova progettualità intrapresa vede nello spazio-scuola un luogo dove avvengono i processi conoscitivi ma anche luogo di emozioni e di processi affettivi. Uno spazio capace di influenzare l’atteggiamento e il coinvolgimento: per ognuno l’ambiente diventa una parte del proprio corpo e a sua volta il corpo diventa un’estensione dell’ambiente.
La scuola, resa accogliente, ordinata e arricchita dalle opere che gli alunni hanno realizzato con gli artisti nei tanti progetti realizzati in orario curriculare ed extracurriculare, trova in Ambra una custode di tale progettazione non solo nel salvaguardare le strutture, spariscono i segni sui muri, ma anche nel creare uno spazio mentale. Le numerose attività curriculari ed extracurriculari pomeridiane con le aule dei vari strumenti, il laboratorio scientifico, i corsi ECDL e Trinity e i laboratori artistici fruiscono delle sue attenzioni continue.
Quando un qualche contrasto o una reazione forte turba la comunità blocca la lezione, che ha sempre tenuto con grande professionalità e competenza, per far diventare l’argomento del contendere un elemento di riflessione. È consapevole dell’importanza del sapere e del fare ma reputa fondamentale imparare ad essere.
Attenta alle storie personali dei singoli alunni, spesso difficili a causa di situazioni familiari drammatiche, è accettata perché in quella relazione non si sentono giudicati. È particolarmente attenta quando qualche minaccia o pericolo incombe su di loro o quando si rapporta con coloro che provengono da classi sociali economicamente deboli cercando anche soluzioni pratiche per sopperire.
Quando ho lasciato la scuola sono rimasto colpito dal fatto che nei primi incontri del nuovo anno scolastico è stato cancellato quanto costruito in anni di lavoro dell’intera comunità scolastica, pur avendo fatto uso, per costruire le attività progettuali, di quella condivisione che ho imparato non appena sono arrivato nella scuola dalla saggia maestra Vanda. Con il tempo ho anche pensato che le mutate situazioni gestionali probabilmente non hanno consentito di fare altro, e che il congelamento della proposta educativa in definitiva consentiva di conservarla nella sua forma originale senza possibilità di modificarla o sminuirla.
Con Ambra, donna forte e determinata, ci sono stati diversi momenti in cui i punti di vista erano differenti ma si è cercata sempre una sintesi o una soluzione; mai il contrasto ha generato una situazione insanabile e mai è venuto meno il rispetto reciproco.
I rapporti nella vita reale sono come i dipinti senza le parti scure quelle luminose non brillano. Ora mi manca la persona attenta e generosa con cui ho condiviso una parte del viaggio della vita, che ha saputo accarezzarmi nei momenti di sconforto, che mi ha fatto crescere quando mi ha confidato le sue fragilità, che mi ha chiamato alla vita perché senza l’altro possiamo anche sostenere di essere vivi ma non sappiamo a chi dirlo.
È difficile contenere le vicende di un’intera esistenza in un insieme di parole. La narrazione identitaria è quel che rimane di una vita e può restare nella memoria collettiva solo c’è chi la custodisce con cura, tenerezza e stima.
Io ho solo provato a raccontare, con stima e affetto, piccoli frammenti di una storia prima che io stesso diventi una storia.
Oggi è il 25 dicembre e nell’emisfero settentrionale si è appena concluso il periodo del solstizio e del Sole fermo che, come le persone che vivono con la perdita il trauma dell’assenza, ha creato un vuoto. Le giornate cominciano piano piano ad allungarsi ed il Sole comincia con rinnovato vigore a prendere energia. Per tutti gli uomini credenti e non credenti il Natale è il giorno della rinascita. Per i primi mentre si entra nella stagione invernale ci si prepara al risveglio primaverile per gli altri è nato il Salvatore che da una speranza nuova alla vita e alla morte. Passato lo sconforto iniziale le storie di un’esistenza prendono un altro significato e, come ci ricorda il frate nella sua meditazione, il senso di una vita si coglie alla fine: è come un quadro. si comprende quando è completo non durante la sua realizzazione. Ogni vita che con noi ha interagito, ci è passata accanto o ci ha solo sfiorato è un dono grande … ci chiama alla rinascita e … in questi giorni ci sussurra: Buon Natale.
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