Memoria d’autore. Mercoled 16 febbraio 2011 alle ore 17,00 nel rinnovato teatro A. Niccolini dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, sar proiettato il corto “Dondolo”, (durata 16′ min bianco e nero/colore) con Nunzia Schiano, Enzo De Falco e Ilijana Monda per la regia di Tonino Di Ronza che combina pratica teatrale e cinematografica. Un proposta sperimentale tratta dall’omonimo testo “Dondolo” (1980) del drammaturgo inglese Samuel Beckett.
Alla proiezione del corto interverranno Giovanna Cassese, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, Giulio Baffi, Docente di regia dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e il docente di storia dell’Arte, Stefano De Stefano. In occasione della proiezione, nel foyer del teatro sar esposta la mostra degli studenti di Modellistica dal titolo “Modellistica restauri e nuovi progetti”, a cura di Rosario Baron.
Il progetto Dondolo è un vero e proprio corto teatrale della durata di circa quindici minuti proposto dalla creativit e dal grande impatto creativo del regista Tonino Di Ronza che con impegno e testi minimali ha saputo mettere in scena un commovente poema sulla solitudine, omaggiando non solo il grande drammaturgo inglese, ma riuscendo a far emergere in primis la grande forza evocativa del dramma; grazie anche ad una messa in scena inconsueta e dalle dichiarate componenti visive.
Rockaby (Dondolo), scritto nel 1980 è una delle ultime opere teatrali di Samuel Beckett. L’opera a trent”anni dalla sua composizione, esprime l’agonia di una donna prima di morire chiusa nella sua ermetica solitudine. Tutto racchiuso intrinsecamente nel titolo originale dell’opera.
Il termine in inglese è composto da “to rock” (dondolare) e “lullaby” (ninna nanna), il primo si riferisce al movimento della sedia e il secondo al tono tra il parlato e il lento cantato della voce fuori campo. Le ripetizioni nel monologo della protagonista ossessionata da frasi tutte simili consolidano il processo di monotonia; le parole dondolano come dondola la sedia.
Dramma, morte e non solo. A emergere è lo status psicologico dei suoi protagonisti in primis lo stato confusionario della madre pazza prima di morire.
Un progetto binario, questo in programma all’accademia napoletana; dove le tecnologie (usate con moderata semplicit ) e le discipline di palcoscenico si fondono con quelle non meno complicate del cinema, alternandosi e a volte sostituendosi con discrezione nel rispetto del testo, restituendo un’immagine ritmico musicale. Un modo di scrivere e in mettere scena testi che col tempo non perdono suggestioni, ma svelano soprattutto nuovi punti di vista sull’autore. Va da s che cos aumenta anche la possibilit di darne delle interpretazioni sbagliate ma il bello di Beckett è questo, che anche dalle interpretazioni sbagliate si possono trarre interessanti indicazioni.
LA PRESENTAZIONE /NEL MONDO DI PANNUNZIO
“Mario Pannunzio. Da Longanesi al Mondo è il volume edito da Rubettino e curato da Pier Franco Quaglieni docente e saggista di storia risorgimentale e contemporanea, fondatore , con Arrigo Olivetti e Mario Soldati, del Centro “Pannunzio” di Torino di cui è direttore generale, che sar presentato domani, gioved
17 febbraio , alle 18,00
al Circolo Canottieri Napoli Molosiglio Napoli. Al Ddbattito, insieme al curatore, intervengono Ermanno Corsi e Lucio D’Alessandro, coordinati da Annella Prisco Saggiomo
Mario Pannunzio (Lucca 1910 – Roma 1968) è noto soprattutto come direttore del settimanale Il Mondo (1949-1966). Insieme a quella straordinaria esperienza, nel libro, vengono analizzati il rapporto di Pannunzio con Longanesi e Benedetti, il suo saggio su Tocqueville, il magistero esercitato su di lui da Benedetto Croce, la sua direzione del Risorgimento liberale (1944-1947), la sua partecipazione al partito liberale e a quello radicale. Aspetti spesso trascurati, ma essenziali per conoscere davvero un protagonista della cultura e del giornalismo italiano del Novecento.
In foto, Samuel Beckett