Cosa accadrebbe se per una volta provassimo a mettere sul piano della riflessione l’intera esistenza umana, calandoci nella parte di un pubblico ministero che cerca verit ?
Esposti alla continua messa in onda delle trame del sentimento, di percorsi psicologici ed intimi, che da privati diventano propriet collettiva, rischieremmo di abbandonarci al carrozzone mediatico della “vita in diretta”, che racconta tutto fuorch la verit .
“Il Mistero della vita…sguardo gotico”, (durata 45 minuti) in scena al Teatro Spazio Libero, in via del Parco Margherita, fino allo scorso sei marzo, diretto da Vittorio Lucariello e Armida De Rosa, sottrae di netto alla luce del riflettore televisivo onnipresente i miracoli della vita, della morte e l’aspirazione primordiale all’immortalit .
Nell’antro teatrale, in un sottosuolo magmatico e multiforme vanno in scena le maschere grottesche di medici folli, estasiati ed estraniati, ossessionati dall’eternit , da rituali a met strada tra scienza e cultura pagana, tra ricerca ed ambizione disumana.
La dimensione onirica si nutre di personaggi scivolati via dal sonno, che sfidano ogni ovvia rappresentazione per riesumare la vita dalla morte, per estremizzare ogni possibilit umana.
Satiri danzanti, streghe nere, figure psichedeliche sulle note di Wagner e Bach popolano il castello gotico messo in piedi dalla dottoressa Belle (Jude Abet), figlia del dottor Rapaccini, da cui ha ereditato l’oscura sapienza ed un giardino di piante mortifere e dal dottor Bacon (Amedeo Ambrosino). Il signor Valdemar (Cosimo Sinforini) è l’ “oggetto” su cui si concentrano le pratiche dei due medici. Affascinato dalla furia di una scienza invasata, l’uomo ad un passo dalla morte si affida alle pratiche di “mesmerizzazione” per attraversare e venir fuori indenne dal sonno mortale, mentre la giovane assistente, Giovanna Rid (Claudia Limatola), partecipa alla danza dei due luminari intorno al corpo del defunto, consacrando la sua vita alla promessa di onnipotenza pronunciata da Belle, femmina e vampiro dai poteri sovraumani e dal respiro esiziale, pronta a sacrificare tutto e tutti sull’altare della scienza.
Dedicato a Johann Konrad Dippel , Franz Anton Mesmer, Nathaniel Hawthorne e Edgar Allan Poe , “Il Mistero della vita…sguardo gotico” supera il teatro “Postmodern” e approda a quello che Lucariello definisce del “POSTAETERNUM”, in cui la longevit non è più valore assoluto, una volta scalzata da riferimenti nuovi, che la riflessione teatrale ha il dovere di riportare alla luce.
Gli attori ed i performers, tutti giovanissimi, tra i quali ricordiamo anche Armida de Rosa, nei panni di una cronista disincantata, Angela Rosa D’Auria, Olimpia Panariello, Roberta Cacace e Alessandra De Angelis (scenografa e costumista) e Vittorio Adinolfi agli effetti sonori, sono stati impeccabili, credibili e soprattutto appassionati.
Jude Abet (dottoressa Belle), artista poliedrica, mimo, scrittrice, autrice e regista di testi teatrali, ha messo sulla scena grinta e talento.
“Mi batto perch i soldi pubblici vengano distribuiti in modo equo e non vadano a finire in mano a quattro pagliacci corrotti che detengono il potere e tramite amicizie politiche usurpano la piazza teatrale pubblica. Mi auguro che i giovani reclamino al più presto il loro diritto di esprimersi liberamente” ha dichiarato al termine dello spettacolo l’attrice, che ha anche ringraziato Vittorio Lucariello, definendolo “un demiurgo di immensa cultura, una guida per noi giovani artisti che ha attraversato gli anni settanta, ottanta e novanta, facendo del suo teatro un’antenna sempre orientata all’innovazione.”
Emersi dal sogno gotico, svuotato l’antro teatrale, la traccia del viaggio resta chiara ed ineludibile al risveglio, forte come una voce che richiama all’ordine, alla dura e seria riflessione, all’arte vera che indaga il mistero della vita attraverso il teatro e attraverso l’uomo al quale Prometeo ha donato il fuoco inestinguibile della scienza. Tocca ora all’uomo farne buon uso.
Il prossimo spettacolo in scena
Ics Incognite con soluzione, regia di Claudia Do Natale
Per saperne di più
tel. 081402712
info@spaziolioliberoteatro.it
Nelle immagini di Andrea Scala, quattro scene del mistero