Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Renato Aiello, giornalista e fotografo freelance

“Il Signor Rotpeter”, mediometraggio fantasy diretto dalla regista napoletana Antonietta De Lillo (Let’s Go, La pazza della porta accanto, Il resto di niente) è ispirato al personaggio creato da Franz Kafka (Una relazione per un’Accademia), sbarca al Lido in selezione ufficiale alla 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
A dare l’acqua della vita a Rotpeper ci pensa una straordinaria Marina Confalone, indimenticabile interprete per Monicelli in “Parenti Serpenti” e premio David di Donatello alla migliore attrice per il film “Incantesimo napoletano”.
Un po’ defilata dal grande schermo, ma da sempre dedita al teatro, la Confalone torna, così come la De Lillo, al grande cinema e alla kermesse italiana più importante, quel festival di Venezia in cui il film, scritto dalla cineasta insieme a Marcello Garofalo, sarà in proiezione accoppiata al nuovo documentario di Abel Ferrara sui migranti di Roma, “Piazza Vittorio”.
«Un piccolo gioiello sorprendente che fa piazza pulita dell’antropocentrismo di cui la nostra cultura si è nutrita fino ad oggi», così ha definito Alberto Barbera, Direttore della Mostra  di Venezia, la nuova pellicola prodotta dalla Marechiaro Film in collaborazione con la Regione Campania e col sostegno della Film Commission, che vede, tra gli altri, il fotografo napoletano Cesare Accetta come d.o.p. (il film è sia in b/n che a colori) e Aldo Signoretti alla scenografia.
Tutto cominciò nel 1917, sul finire della Grande Guerra, con la pubblicazione sulle pagine di una rivista del racconto firmato da Franz Kafka. La storia, “Una relazione per un’Accademia”, è una lezione universitaria tenuta dal Signor Rotpeter, una scimmia diventata uomo, nella quale si ripercorrono le fasi della sua metamorfosi.
Il ritratto immaginario della De Lillo si muove su due piani: da una parte i frammenti della lezione accademica kafkiana, come fossero la messinscena del suo passato, dall’altro il suo presente. La regista crea un personaggio cinematografico che porta in sé istanze senza tempo quali libertà, sopravvivenza, via d’uscita e ne fa un dipinto immerso nella nostra contemporaneità.
Attraverso questa narrazione inedita Antonietta De Lillo dà forma a un Rotpeter “napoletanizzato” che cammina per le strade di Napoli, nei giardini comunali del Molosiglio, che percorre le scale dell’Ateneo “Federico II”, che osserva le famiglie al bosco di Capodimonte la domenica e che, infine, concede a una invisibile giornalista una lunga intervista. Nonostante il Signor Rotpeter sia una figura frutto dell’immaginazione, in bilico tra animale e uomo, la grandezza del cinema è riuscire a dare consistenza reale a un essere che ciascuno di noi potrebbe incontrare in un giorno qualsiasi, uscendo di casa. L’incontro con il Signor Rotpeter e le sue riflessioni sui nostri tempi e sul suo sentire, mettono lo spettatore di fronte a uno specchio e lo portano a riconoscersi in questo strano individuo e nella sua metamorfosi.
«Con tutte le peculiarità del cinema di finzione ho realizzato il mio primo ritratto di un personaggio immaginario nato dalla penna di uno scrittore – confessa la De Lillo nelle note di regia -. Quello che mi aveva colpito del Signor Rotpeter era la sua ricerca disperata di una “via d’uscita”.  Come lui che, per adattarsi a un mondo che l’aveva segregato, è stato costretto ad osservarlo e imitarlo, anche noi spesso siamo costretti ad adattarci a una società che sempre di più è dettata da poteri economici e che ci costringe ad assorbirla, a discapito della nostra umanità e libertà. Il nostro Rotpeter si è trovato a dover combattere per la propria sopravvivenza ma, alla fine di questa conversazione immaginaria, sente il bisogno di non lottare solo per se stesso ma anche per gli altri. Anch’io, come Rotpeter, credo che se vogliamo uscire da una condizione che ci snatura e che ci costringe a diventare altro da noi, dovremmo seguire il suo desiderio», chiosa così l’autrice, anticipando di fatto con uno dei temi del film (il rapporto bestia – uomo appunto) il suo nuovo progetto di film partecipato dopo il primo esperimento che fu “Oida – Oggi insieme domani anche”.
                                                                                                             Renato Aiello

proiezione ufficiale: venerdì 8 settembre ore 14.30 – Sala Grande
anticipate stampa  giovedì 7 settembre ore 19.30 – Sala Perla  ore 22.30 – Sala Darsena
replica sabato 9 settembre ore 16.45 – Sala Volpi
Per coloro che non saranno al festival “Il Signor Rotpeter” sarà presto fruibile nelle sale italiane

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