Gli strumenti del web stanno radicalmente trasformando il giornalismo. I contenuti vanno pensati per utenti che, consapevoli di avere il mondo a portata di clic, non vogliono passare tutto il loro tempo on line su una sola testata. I cybernauti fanno zapping tra siti, portali, blog e social network alla ricerca della notizia che vogliono, in tempo reale e in presa diretta. Velocit , partecipazione e libert  sono le prerogative della Rete che unisce il basso e l’alto della cultura, creando i presupposti per un’ informazione democratica i lettori, all’occorrenza, diventano autori e danno la loro valutazione sui fatti di attualit , potendosi avvalere di milioni di fonti. Se le nuove tecnologie hanno accorciato le distanze tra i produttori della comunicazione e i fruitori, chi vuole continuare a vivere di un mestiere che sta cambiando deve avere la flessibilit , innanzitutto mentale, di riposizionarsi sul mercato.

Per farlo occorrono competenze trasversali e multitasking che rispondano alle attese dei nativi digitali offrendo la massima qualit  in real time. Non è facile, ma il giornalista che vuole lavorare nella mobilit  virtuale deve “ripensarsi” e fondare la propria professionalit  sulla capacit  di iniziativa, sulla creativit  con una buona dose di propensione al rischio perch, per poter esistere sul mercato, bisogna essere disposti a lavorare gratis in attesa che la crescita della pubblicit  e futuri contenuti a pagamento traducano in introiti un lavoro in cui si esprime ciò che sei e ciò che sai. Di questi temi si è discusso in un recente incontro nella sala Cenzato dell’Unione degli Industriali di Napoli in occasione della presentazione del volume “Sono le news, bellezza! Vincitori e vinti nella guerra della velocit  digitale” (Donzelli editore, pp. XIV-194, euro 18) di Michele Mezza, giornalista di lungo corso e ideatore di Rai News 24.

L’incontro, moderato da Ivano Russo, è stato introdotto da Edgar Colonnese, presidente della sez. Editoria, Cultura, Spettacolo, e ha visto la partecipazione di Matteo Pizzigallo, ordinario di Storia delle relazioni industriali alla Federico II, Cosimo Risi, direttore generale Unione Europea Ministero Affari Esteri, Ugo Tramballi, giornalista Sole 24 Ore, alla presenza dell’autore. La primavera araba ha fatto da cornice alla discussione, anche se “il libro è stato dato in stampa prima della rivoluzione dei gelsomini” precisa Cosimo Risi. Ricorre la domanda il web, che è stato il motore di avviamento delle rivolte del Maghreb, eliminer  i giornalisti? Di certo, il giornalista che vuole restare legato alla meccanica redazionale non avr  vita facile nell’era dell’informazione digitale che offre spazi e orizzonti inimmaginabili, a patto che si abbia voglia di mettersi in gioco.
“Considero internet non un mezzo di comunicazione, ma di produzione. Cosa ha sboccato il Medio Oriente? La gente l ha fame da tempo, sotto il peso della dittatura. Internet ha creato il soggetto sociale che ha mosso le gambe in piazza Tahir”, spiega Michele Mezza. L’informazione digitale è, dunque, una chance per quei giornalisti che ne sapranno fiutare sempre più le potenzialit . Il messaggio è diretto anche agli editori. ” Il processo editoriale sar  modificato dalla Rete, afferma Edgar Colonnese . Attraverso piattaforme che si integrano tra loro avremo una struttura orizzontale i cui attori sono editore, autore e lettore”. Una circolarit  che può aprire scenari inattesi.

In foto, Eddy Colonnese durante l’incontro

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