Secondo la leggenda Partenope era una sirena del golfo di Napoli, suicida insieme con le sorelle per la vergogna di non essere riuscita ad ammaliare con il loro canto Ulisse. Il suo corpo, trasportato dai flutti, si spiaggiò sull’isolotto di Megaride, dove sorse la citt  greca Palepoli, primo insediamento partenopeo.

Le sirene, il loro canto e il potere di ammaliare sono le forze trainati della mostra di Raffaella Simone promossa dall’associazione culturale Studio7 e curata da MonnaLisa Salvati. Vernissage il 26 maggio al Gran Caffè Raia di Ottaviano (via Roma 8/10).

Simone realizza le sue opere attraverso la sovrapposizione di pigmenti carichi e scuri su carte naturali e su supporti di legno, riportando poi, in maniera quasi ossessiva, citazioni di brani tratti dall’Odissea, dalle Argonautiche, dalle Metamorfosi, dal Liber Monstrorum medioevale.

La pittrice si interroga sul forte richiamo seducente che queste figure mitologiche hanno rappresentato, sottolineando l’aspetto ambivalente del loro aspetto fisico, la potente capacit  di attrarre, ammaliare e gettare nell’oblio e condurre fino alla morte l’uomo.

Il blu oltremare predomina, ovviamente, nelle opere. Poeticamente e quasi a rallentatore la sirena si muove tra i leggeri movimenti delle onde. Energico invece è il pigmento che poi sfuma nell’argento, la figura mitologica si staglia tra le tonalit  che la avvolgono e avviluppano.
Nella mitologia sono mostri che portano alla rovina gli uomini in alcuni casi considerate malefiche, in altri simboleggiavano l’anima del defunto. Nella letteratura sono il simbolo della volutt  e dell’avarizia. Qui tutto ciò scompare, la mostruosit  e la malvagit  lasciano il posto al romanticismo e alla malinconia. Le figure leggiadre appaiono in attesa di qualcosa forse dell’amore a loro sempre negato.

La mostra sar  aperta fino al 30 giugno.

Info

Orari tutti i giorni dalle 6 alle 23, 30 (tranne il mercoled)

Ingresso libero

www.associazionestudio7.it

monnalisa.salvati@tiscali.it

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