Vanessa Beecroft si doppia per Lia Rumma. Dopo aver esposto nello spazio milanese di via Stilicone con i due eventi VB70 e VB MARMI, torna a Napoli in via Gaetani. In mostra, da oggi alle ore 19, videoproiezioni di VB 66 e VB 67, realizzate dall’artista nel 2010, rispettivamente al Mercato Ittico di Napoli e agli Studi Nicoli di Carrara e i lavori fotografici, perlopiù di grandi dimensioni, tratti dalla prima performance.
Quarantatre modelle dipinte di nero, 21 calchi in gesso di donne a grandezza naturale e circa 60 frammenti anatomici hanno ordito una composizione complessa che ha occupato il centro dell’edificio su un insolito palcoscenico assemblato con i grandi tavoli in marmo e i banchi in metallo del mercato. Un gioco tra realt e finzione che rievoca le statue bronzee ercolanensi e i corpi ritrovati a Pompei sotto la cenere del vulcano, cos come la fragilit del corpo e le sue mutilazioni.
Beecroft è un’artista genovese considerata tra le più innovative nel panorama contemporaneo internazionale, il suo vademecum è l’utilizzo del corpo nudo di donne. Ciascuna delle partecipanti deve attenersi con scrupolo a una serie di precise e inderogabili norme che l’artista impone prima di ciascuna azione, per comporre dei veri e propri "quadri viventi", esposte in gallerie e musei di arte contemporanea. Donne oggetto, donne sculture, donne opere d’arti.
«L’accostamento forzato tra la vita e il calore delle modelle e il freddo e l’immobilit della pietra ha detto l’artista ha messo in risalto la malinconia e il fascino della scultura».
Ed è proprio la scultura il genere che recentemente l’artista ha preso ad esplorare e a “ridefinire” insieme alla pratica performativa. I video delle due performance appaiono non a caso fitti anche di rimandi cinematografici echi pasoliniani nella fissit del campo di molte inquadrature, atmosfere alla Antonioni nei silenzi inquieti e rarefatti delle modelle.
In foto, le donne viste da Vanessa Beecroft