Aveva 25 anni, Antonio Landieri. Quando fu ucciso per errore il 6 novembre 2004 con due proiettili alla schiena, in una sparatoria di camorra a Scampia, tra gli scissionisti e i Di Lauro. Scambiato per uno spacciatore. Un ragazzo che amava molto il calcio, ma a causa della sua disabilità non poteva giocare. Assassinato mentre giocava a calcio balilla e tentava di fare goal con le mani. A lui il cugino Rosario Esposito la Rossa nel 2007 dedicò il libro di racconti Al di là della neve, storia di Scampia con il marchio Marotta & Cafiero che è divenuto il suo marchio, segnando l’inizio di una riscossa dell’area attraverso la cultura e la creatività.
Di queste iniziative fa parte anche l’inaugurazione (alle 11, mercoledì 8 novembre) dello stadio comunale intitolato proprio a Landieri. In via Hugo Pratt, la struttura è stata per anni centro di aggregazione permanente, nonostante la scarsissima qualità del terreno di gioco, terra battuta mista a pietra.
Si sono allenati e hanno giocato, società sportive come la Scuola Calcio Arci Scampia, l’ Oratorio Don Guanella (milita in Promozione), Stella Rossa e Gioventù Partenope. Più di 600 ragazzi, oltre 10 partite settimanali. Grazie all’intervento di Ecopnesu, del Comune di Napoli e del Ministero dell’Ambiente il volto dello Stadio è totalmente cambiato.
Un manto erboso sintetico di ultima generazione lo ha trasformato in uno stadio all’altezza dei ragazzi di Scampia. Ma la vera novità dello Stadio Landieri è ecologica: l’erbetta sintetica è stata realizzata riciclando i pneumatici abbandonati nella terra dei fuochi.
Un esempio virtuoso a livello europeo, possibile solo grazie ad Ecopneus che ha investito oltre 400 mila euro per la realizzazione dello Stadio. Dopo il San Paolo, con il collana appena ceduto ai privati, lo Stadio di Scampia è il secondo stadio della città, il primo a Napoli in erbetta sintetica. Da oggi, inciso sul marmo il nome di Antonio.
In foto, lo stadio di Scampia