Il nucleo centrale del Manifesto a sinistra si caratterizza come un tentativo di proporre alla sinistra italiana di percorrere una via diversa dal moderatismo riformista e dal radicalismo ideologico. Da qui lo slogan che ho proposto riformismo radicale per una sinistra unita.
Non vi è alcun dubbio che sia l’idea di un riformismo radicale sia l’auspicio di una sinistra finalmente unita, possono sembrare sogni utopici se non velleitari. Ma vi sono momenti della storia nei quali è necessario rivendicare il diritto al velleitarismo, all’utopia. Questo nel quale ci troviamo a vivere è uno di quelli.
Il capitalismo fondato sull’idea del libero mercato come premessa o conseguenza delle libert politiche vive una crisi strutturale. Potr non crollare,come pure molti prevedono o auspicano,ma certamente sar profondamente modificato. Come, del resto, è gi avvenuto altre volte, negli anni Trenta e dopo la seconda guerra mondiale. Un liberalismo puramente individualistico, socialmente darwiniano o banalmente consumistico non regge più n sul terreno dell’utilitarismo economico n su quello dell’etica sociale. Ha necessit di ritrovare innanzitutto un’anima, tornare ad essere un liberalismo dal volto umano. Ciò che è possibilissimo se al liberalismo si conferisce una dimensione metodologica e non dottrinaria.
D’altro canto non è mai accaduto che di fronte alla crisi di un sistema politico e d economico si potessero riproporre sic et simpliciter modelli del passato se non in senso puramente metaforico. I richiami alle tradizionali narrazioni storiche della sinistra rivoluzionaria possono avere valoreindicativo, emotivo ma non rappresentano una soluzione politica in senso autentico.
Per noi, dunque, un riformismo radicale ha significato se siamo in grado di ripensare la democrazia oggi in evidente difficolt ridefinendone gli spazi sia sul versante partecipativo sia su quello della limitazione della deriva populistica e nel contempo ripensare ad una questione sociale che non limiti la creativit dell’intrapresa, le garanzie della libert individuale.
Ciò significa, in concreto, ad esempio, ridisegnare i confini politici dell’Europa (mai come in questo momento se ne avverte l’urgenza) e al tempo stesso riqualificare l’impegno politico locale. Non si può pensare alla prima come ad un politica astratta e troppo lontana e alla seconda come ad una troppo localistica e meschina.
Ma questi sono solo alcuni esempi. Tocca a tutti noi rendere concreto il riformismo radicale nella concretezza della lotta politica una volta che si riesca a tracciare dei confini teorici più precisi.
In foto, una strada parigina. Una nuova sinistra non può non essere europea