Divertente, informale e dallo spirito decisamente social è il progetto espositivo di Vanna Veglia, Identità 2.0, in mostra al Kestè di largo S.Giovanni Maggiore Pignatelli 26, Napoli. Il vernissage è previsto per giovedì 4 gennaio alle 19.00. Dopo un anno di ricerche sull’identità digitale che ha visto come protagonisti dell’arte lo stesso pubblico che seguiva con accanimento l’evolversi del progetto su una pagina facebook appositamente creata, Tag Art – Vanna Veglia Art projects, il luogo virtuale si concretizzerà in un luogo fisico dove tutti i protagonisti potranno incontrarsi dal vivo e interagire di persona.
E così l’identità digitale dovrà confrontarsi con quella della vita reale. I 30 ritratti (foto) realizzati in poco meno di un anno, la “prima stagione di questa serie”, riproducono esclusivamente immagini del profilo facebook, con il viso in primo piano. A dare inizio al progetto, che per ora è soltanto a una prima stagione ma conta su un prosieguo, è proprio l’autoritratto dell’artista che ha innescato una reazione a catena.
Ogni soggetto dei successivi ritratti è stato scelto tra i follower che interagivano con la pagina. «Partendo dal mio autoritratto – spiega Veglia- e in base all’empatia provata con ogni singolo personaggio, ho iniziato un percorso di crescita interiore che mi sta conducendo verso una maggiore consapevolezza della mia personalità, in tutte le sue sfaccettature».
E dal confronto, attraverso i social network, con altre persone, la maggior parte conoscenze o addirittura sconosciuti, divenuti poi protagonisti di un percorso espositivo, si evidenzia un generale bisogno di approvazione, che non si limita a desiderare un’immagine esteticamente accattivante ma investe la personalità. Del resto l’uomo è un animale “social”.
«Con sorpresa ho scoperto che anche se oggi si vive d’immagini digitali –continua l’artista – di scatti facili catturati ovunque e in ogni momento, facilitati dall’uso della tecnologia, c’è ancora chi apprezza il ritratto di un sé visto da occhi estranei. Osservando l’opera si potrà percepire una identità collettiva mutevole in cui ogni individuo, in relazione agli altri è parte del tutto, in cui ognuno, sebbene profondamente e radicalmente differente dagli altri, o forse proprio per questo, si potrebbe riconoscere».
Identità 2.0 è realizzato in collaborazione con Black Hole events e Kestè.