Lui voleva cos. Che gli altri potessero godere della ricchezza dei suoi libri, tanti quelli raccolti nella propria abitazione in anni di studio appassionato. E domani, 22 giugno, la casa del poeta Michele Sovente (Premio Viareggio 1998), che non abbandonò mai nella sua opera l’intreccio tra personalissimo latino, dialetto e italiano, diventa biblioteca con una cerimonia ufficiale alle 18 in via Petrara 49 a Cappella, nei Campi Flegrei,dov’è rimasto fino all’addio, nel marzo 2011. A settembre verr aperta ai lettori.
Di seguito pubblichiamo un acrostico che gli dedica l’artista e amico Gianni Lizio.
Magari scalderanno l’universo tutte le parole che hai lasciato
impresse nella sabbia senza sponda dei tuoi campi ardenti
chiari passi addormentati dove le antiche orme condotte con le nuvole e i sospiri
hanno trovato l’agile cammino proprio ieri tra le stelle amiche
e noi non sapevamo che era quello il posto preciso dell’addio
lucido racconto costruito quando più a lungo insistono le ombre del passato
entusiasmante narrazione dominata dal mare bruscamente in una notte sola ed improvvisa
Senza capire fino a che raggio spingere l’ardire con destrezza ti sei spinto
occasionalmente per la sola libert del volo sopra i tetti in allegria contro la vetta
vagando cos nel buio del monte in qualche caso restava inesplorato l’orizzonte inerte dei cespugli
esule tra il pericolo e la fuga in una vita troppo breve parlavi sempre con la stessa voce acuta
negando la stanchezza inesorabile che scorre nell’oceano infranto ultimamente la tua vela incerta
tremolante ancora si agitava persa tra le nude onde a superare il vuoto sconvolgente
eppure scoprivi essere ogni volta sorprendente precipitare nella miracolosa estasi del cielo
In foto, Michele Sovente