La passione è più forte dell’oblio. E svela una memoria viva sotto la cenere di un presente indifferente che pensa di aver cancellato un passato ingombrante. E’ quello che accaduto per i primi due weekend di febbraio al teatro Le Laudi di Firenze. Grazie alla compagnia Futura Teatro, diretta da Vincenzo De Caro che ha messo in scena Fine mese la commedia scritta nel 1937 per Raffaele Viviani, su sua esplicita richiesta, da Emilia Vaglio, autrice teatrale partenopea di successo nella prima metà del Novecento, che firmava i propri testi con il nome d’arte Paola Riccora (morì il 21 febbraio 1976).
Pubblico numeroso, partecipe, emozionato. Per una vicenda purtroppo sempre attuale. Di crisi finanziaria, di apparenza che vince sulla sostanza, di lacrime e abbandono.
I fatti accadono sullo sfondo del Vesuvio: Salvatore Castronuovo, impiegato di banca cui dà volto e voce Luigi Fiorentino, interprete tenero ma anche vigoroso, papà di Mariella (Eleonora Cappelletti ) che ama sopra ogni cosa, si indebita senza poter poi più far fronte ai propri impegni, per garantire alla figlia un bel matrimonio e non farla sfigurare agli occhi del futuro (ricco) marito conosciuto a Roma, dove è stata ospite di una zia.
Affianca in scena Fiorentino, Anna Collazzo, nei panni della moglie Amalia, capace di commuovere e strappare sorrisi: inutilmente cercherà di mettere in guardia il marito dai suoi propositi, già conoscendo l’esito di un progetto che li porterà a una miseria senza via d’uscita. I bei mobili, il maggiordomo, il ricevimento: frutto di debiti per rendere felice Mariella. E appena gli sposi partiranno per il viaggio di nozze, i creditori porteranno via tutto, lasciando i coniugi Castronuovo alla loro disperazione.
La trama lascia spazio anche a caratterizzazioni esilaranti di personaggi come la baronessa, inesorabile proprietaria di casa che appare alla fine di ogni mese per riscuotere l’affitto o il pretendente rifiutato da Mariella perché povero, imbranato e pure balbuziente.
Ma sul palco è salita soprattutto la passione. Vincenzo De Caro, impeccabile nella regia, si è innamorato della figura di Paola Riccora dopo aver letto il libro di Mariagiovanna Grifi pubblicato nel 2016 dalla casa editrice partenopea ilmondodisuk (che dà voce, sin dalla sua fondazione, nel 2008, ai talenti di Napoli).
L’autrice, giovane docente e edottore di ricerca in storia dello spettacolo, che da anni vive a Firenze, attingendo dall’archivio di famiglia, ha ricostruito vita e carriera della propria trisavola per restituirle il posto che merita nella storia del teatro italiano, dopo essere stata inspiegabilmente dimenticata.
L’operazione di riscoperta è appena cominciata. Questa è la prima tappa di un progetto triennale ideato da De Caro per riportare alla luce gli scritti di Paola Riccora. Ci auguriamo che dopo Firenze, anche Napoli ospiti la commediografa cui dette i natali e che nel secolo breve fu orgoglio dei palcoscenici nazionali. Amica di Eleonora Duse e Matilde Serao. Signora dell’alta borghesia, inconsapevolmente femminista. Che seppe coniugare affetti e lavoro.
In scena, con il patrocinio del Comune di Firenze:
Anna Collazzo, Luigi Fiorentino, Eleonora Cappelletti, Michele Cimmino, Patrizia Ficini, Fabrizio Pinzauti, Olivia Fontani,Tommaso Carli, Simone Margheri, Filippo Rak, Valerio Lombardi, e la partecipazione speciale di Claudio Spaggiari
Musiche di Gigi Ragucci , disegno luci di Lorenzo Castagnoli, aiuto regia di Claudio Spaggiari, assistente alla regia diValeria Sabatini. Costumi di Fiamma Mariscotti. Scene di Vincenzo De Caro. Graphic Art di Angelo Codolo, foto di Angelo Faiazza
L’opera “Fine mese”
Ebbe fortuna anche in Argentina dove nel 1945 – a detta delle cronache dell’epoca – fu rappresentata per ben 121 sere consecutive. Diverse anche le versioni filmiche, le più famose: “Giorno di nozze” del 1942 per la regia di Raffaello Matarazzo, con Anna Proclemer (allora ventenne) affiancata da Roberto Villa (nei panni del fidanzato); “Fine mese” del 1963 con la regia di Claudio Fino, interpretata da Nino Taranto e Regina Bianchi, e la pellicola argentina “Fin de mes” del 1953, regia di Enrique Cahen Salaberry.
La commediografa
Emilia Vaglio inizia a scrivere nel 1916 per la compagnia stabile del Teatro Nuovo di Napoli come Paolo Riccora, per rivelare ben presto la sua vera identità pur conservando lo pseudonimo Paola Riccora. Nel corso del Novecento, la drammaturga napoletana ha riscontrato grande successo in tutti i maggiori teatri d’Italia e ha scritto per attori e attrici di notevole fama (tra cui Eduardo De Filippo, Ettore Petrolini, Raffaele Viviani, Dina Galli, Erminio Macario e Paola Borboni).
Il libro
Chiamatemi Paola Riccora. Come una signora dell’alta borghesia napoletana diventò commediografa di successo di MariaGiovanna Grifi (ilmondodisuklibri)
Per saperne di più
http://www.ilmondodisuk.com/wp-content/uploads/2017/12/ChiamatemiPaolaRiccora.pdf
https://www.facebook.com/ChiamatemiPaolaRiccora/