Napoli preannuncia una nuova grande mostra di primavera. Il più illustre tra i polittici in alabastro sopravvissuti alle incurie dell’uomo e del tempo trova dimora nelle sale del museo di Capodimonte. Il viaggio del “Trittico con le Storie della Passione” parte da lontano. Da Nottingham e dalla tradizione dei cos detti “alabaster man” inglesi, per poi essere trasferito nella chiesa napoletana di San Giovanni a Carbonara, secondo alcune testimonianze a stampa, da Ladislao d’Angiò Durazzo. Lo stato in cui il retablo si è conservato sino a oggi, è sintomo della grande tradizione della lavorazione dell’alabastro dei maestri inglesi. Un dossale di oltre tre metri in alabastro del XV secolo, con bassorilievi intagliati con le storie della Passione, contornate da un’imponente “macchina lignea” le cui parti in alabastro sono completate da iscrizioni in lettere gotiche che illustrano e commentano le scene raffigurate, con un intento didascalico.
INTESA SANPAOLO E IL RECUPERO DEL PATRIMONIO ARTISTICO
Un sistema complesso in cui le incorniciature di legno di quercia reggono i duecento chili di pietra, e finiture pittoriche e applicazioni polimateriche in stucco e vetro hanno assecondato, con il tempo, le deformazioni strutturali. Il recupero di questa imponente testimonianza artistica, ha attirato l’attenzione della XVI edizione di “Restituzioni”.
Da ormai più di 20 anni (la prima edizione risale al 1989) la banca “Intesa Sanpaolo” si occupa del recupero e della restituzione delle più importanti opere d’arte del territorio nazionale. Potrebbe sembrare un controsenso ma, come spiega Andrea Massari il responsabile Beni archeologici e storico-artistici di Intesa Sanpaolo, “le banche hanno una responsabilit nei confronti della societ , intesa come crescita culturale e civile. Si sente il bisogno di riconoscersi in qualcosa e la lingua comune di questo Paese è il patrimonio artistico”.
LA COLLABORAZIONE CON LE SOPRINTENDENZE
Una responsabilit che non trova sbocco in una semplice sponsorizzazione, come spesso accade, ma in una coogestione accanto alle Soprintendenze. “Un privato continua Andrea Massari in questo ambito non può che intervenire cos, affiancandosi alle istituzioni pubbliche”. E da ormai XVI edizioni (di cui ognuna biennale e con una mostra finale) questa formula ha permesso la restaurazione di 900 pezzi, di cui 43 nuclei (composti da 250 singoli oggetti) solo nell’ultimo biennio.
“I puri restauri di questo biennio hanno un costo di 600.000 euro circa. La scorsa edizione ha registrato uno sforzo economico di 400.000 euro, ad oggi abbiamo raddoppiato l’investimento”.
Ad Andrea Massari però, non piace parlare di numeri, cos come ai suoi colleghi presenti alla conferenza stampa d’apertura di Restituzioni 2013. L’impegno principale della rassegna, infatti, si concentra non solo sulla valorizzazione dello straordinario patrimonio artistico nostrano, ma anche e soprattutto sull’innovazione e l’educazione al restauro. Come racconta il Presidente del Banco di Napoli Maurizio Barracco, innovazione e restauro vanno di pari passo, perch conservare e dare un ordine preciso alle opere sono i primi e imprescindibili momenti della valorizzazione del nostro territorio. Proprio per questo Restituzioni si pone come un progetto originale e unico nel suo genere.
SE UN’OPERA PARLA CON IL PUBBLICO
Il trittico, punta di diamante di una collezione gi pregevole, non è stato restaurato solo per le sue qualit artistiche, ma “per consentirgli di parlare con il pubblico”, come racconta il direttore scientifico del restauro Paola Giusti. La mostra in programma la prossima primavera (dal 22 marzo al 9 luglio) sar infatti preceduta da una serie di incontri molto particolari, delle vere e proprie visite guidate nei luoghi del laboratorio di restauro del Dottor Bruno Tatafiore e del suo staff (composto da Maurizio Mazza, Gabriele Castaldo ha offerto la sua consulenza per gli aspetti strutturali della carpenteria lignea, mentre le indagini diagnostiche sono curate da Claudio Falcucci, con la collaborazione di Claudia Maura),dando la possibilit agli spettatori di far parte del restauro stesso – la cui fine è prevista per febbraio 2013 osservando tutti i momenti che consento all’opera di tornare a nuova vita.
Le 6 visite previste in questo speciale calendario ( del tutto gratuite) fanno parte di un progetto che mira al riavvicinamento non solo degli spettatori all’area museale, ma anche e soprattutto all’abbattimento di quei rigidi confini che non consentono ai visitatori di apprezzare quanto lavoro si nasconda dietro ogni opera d’arte restaurata.
UNA MOSTRA ITINERANTE
“Il ciclo trae vita da questo desiderio di accendere l’attenzione sulla mostra Restituzioni spiega il Soprintendente Speciale PSAE e per il polo Museale della citt di Napoli, Fabrizio Vona e la possibilit di visitare un laboratorio di restauro che contiene molte opere non è una cosa quotidiana, soprattutto se si parla di un laboratorio nel pieno della sua attivit “.
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èî B B ï è B ï B î B î ïè è B ï«è B ï B è BáØ ïî B x îè B ï B èè B tesori d’arte restaurati, esposti la prossima primavera al Museo di Capodimonte e a Palazzo Zevallos Stigliano, non sono le uniche opere che Intesa Sanpaolo ha contribuito a riportare alla luce. La mostra sar infatti itinerante, e si districher tra le chiese del cuore di Napoli, tra cui la chiesa dei Santi Apostoli, con i suoi quattro dipinti su lastre di rame con le “Virtù” di Francesco Solimena,il Museo Diocesano che custodisce la Stauroteca di San Leonzio e il Ritratto funerario dell’arcivescovo Unberto d’Ormont (restaurati nell’ambito di Restaurazioni 2008), e non poteva mancare il museo del Tesoro di San Gennaro, custode di restauri recenti e alcuni risalenti al 1996 sempre nell’ambito della rassegna “Restituzioni”, come la cupola della Cappella del Tesoro con i suoi affreschi lanfranchini del Paradiso.
UN SEGNALE DI SPERANZA PER NAPOLI
Il rapporto tra il progetto di Intesa Sanpaolo e Napoli non è occasionale, ma anzi, si potrebbe quasi parlare di corsia preferenziale per il capoluogo campano. Non ne fa un mistero Andrea Massari, che descrive la scelta della citt partenopea per la XVI edizione con parole di elogio per il patrimonio artistico, paesaggistico e culturale di Napoli. “Vogliamo certamente dare anche un segnale di speranza prosegue dove ha sede una delle banche più importanti, e inoltre la sede museale di Intesa Sanpaolo è proprio a Napoli”.
Tra le opere sottoposte a restauro nel biennio 2011-2012 confluiscono manufatti di provenienza disparata, collaborando con 16 Soprintendenze e con i Musei Vaticani, tra i principali ricordiamo Museo Archeologico di Bologna con una rarissima fusione in rame sbalzato di Antonio Canova raffigurante una “Testa di Medusa”, Museo Civico di Bassano del Grappa, opere di primissimo piano da Reggio Calabria (un maestoso mosaico romano raffigurante una scena di palestra), la Tomba della Principessa di Canosa di Puglia e importanti testimonianze dal Museo Archeologico Nazionale partenopeo. L’equilibrio premia tutte le principali regioni artistiche italiane, con una particolare attenzione al capoluogo campano, che sembra proiettato a rivestire i panni di regina della vita museale meridionale. Questo è stato possibile grazie soprattutto alle energie profuse da tutti i principali attori della vita culturale partenopea.
IL MUSEO SU FACEBOOK
Oltre alla Soprintendenza e a Intesa Sanpaolo infatti, il progetto si avvale della preziosa collaborazione del Banco di Napoli e dell’Associazione Amici di Capodimonte, da anni in prima fila per la salvaguardia della citt . A dimostrazione che un’altra Napoli è possibile, come sottolinea più volte Fabrizio Vona, nessuno sforzo è stato risparmiato. In linea con la modernizzazione proposta dal Presidente Maurizio Baracco, il museo di Capodimonte non risparmia energie per attirare sempre più giovani.
“Sono stato molto criticato per la creazione di una pagina Facebook del Museo, e l’organizzazione di una serata di D.J. set con musica live per i giovani. Ma è un modo per farli avvicinare al Museo, quanto meno fisicamente, e magari far nascere in loro una curiosit “. In piena linea con il leitmotiv della mostra e delle visite al laboratorio di restauro, rendendo partecipe la cittadinanza non solo del momento finale, ma anche dell’interim dell’intero progetto. “Vogliamo lavorare sull’idea di appartenenza dei musei al territorio spiega Vona, proprio all’interno del laboratorio di restauro e l’idea che l’uno giustifichi l’esistenza dell’altro”. Vivendo la citt tutta l’intera gestazione del Trittico e proprio per questo, all’indomani dell’inaugurazione, sentirsene in qualche modo più responsabili, partecipi. Pronti per la vera “Restituzione”.
Per saperne di più
www.polomusealenapoli.beniculturali.it
Date, orario e modalit per le visite al laboratorio di restauro
27 novembre – 11, 18 dicembre 2012; 29 gennaio, 12, 26 febbraio, 5 marzo 2013; ore 10.00
Le visite sono gratuite con prenotazione obbligatoria ai numeri
081.7499154 / 7499159 (dal luned al venerd, h. 9-13)
Nelle foto, il trittico con storie della passione e il restauro