Si chiama “Il senso di s” la rassegna di incontri, tra arte e neuroscienze, organizzata al Madre a cura di Ludovica Lumer e Marta dell’Angelo. Oggi alle 18, il secondo appuntamento Ori Gherst, artista israeliano, presenta la sua video istallazione Evaders, realizzata per la prima volta nel 2009.
L’opera fa riferimento alla fuga del filosofo ebreo tedesco Walter Benjamin dalla Francia occupata dai nazisti lungo la Lister Route nel 1940 tentando di passare clandestinamente il confine tra Francia e Spagna il filosofo fu arrestato a Port Boue e poi trovato morto nella sua stanza.
Spiegano le curatrici “La Lister Route – oltre ad avere alle spalle una lunga storia legata ai contrabbandi è diventata un drammatico simbolo della seconda guerra mondiale come luogo di transizione e viaggio verso la libert Ori Gersht vi ambienta la sua video installazione rendendo la strada un “non luogo” che può essere percepito come “senza tempo”. L’artista infatti grazie all’uso della fotografia in stop-motion e del film al rallentatore nelle sue opere cattura l’attimo, lo ferma nel tempo e nello spazio per renderlo percettibile in modo chiaro rende visibile la fragilit e la caducit dell’esistenza umana”.
Benjamin è doppiamente presente nell’opera, dal momento che Ori Gherst dichiara di essersi ispirato, per la componente visiva, a un quadro di Paul Klee, “Angelus Novus”, a cui il filosofo fa riferimento nel suo saggio finale delle Tesi sulla filosofia della storia. “Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è cosi forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta". (W. Benjamin)
Il video sar in esposizione fino al 23 giugno.
Museo Madre
Via Luigi Settembrini, 79- Napoli
Telefono081 1931 3016
Nelle immagini, l’artista e alcuni frame del video