Lunedì mattina, bollente inizio di settimana. Da poco le lancette dell’orologio hanno oltrepassato le 9. E la Picanto bianca invoca le stelle: «Aiutatemi a farle trovare un posto dove posso riposare per un bel po’, lontana dalla sua guida nervosa». Mentre il bluetooth amplifica la telefonata all’impaziente guidatrice che cerca invano il parcheggio. «Signora, ci siamo visti a San Domenico Maggiore, al salone del libro: l’aspetto qui, sotto il palazzo dove c’è il suo ufficio. Si ricorda? Ieri non avevo contanti, sono venuto a comprare il testo che volevo».
La risposta è affannata, ma gentile: «Pochi minuti e cercherò di essere da lei». Alla fine le stelle sono amabili con la stressata signora che ha alle spalle 4 giornate di Napoli immerse nella cultura, allo stand della casa editrice che ha fondato dieci anni fa, ilmondodisuk. Ma la stanchezza non le può cancellare il sorriso dalle labbra per l’incessante passeggio dei visitatori in questa maratona editoriale, attratti dalle pubblicazioni.
Il lettore sale in redazione con lei e le rammenta che il libro desiderato è Chiamatemi Paola Riccora. Come una signora dell’alta borghesia napoletana diventò commediografa di successo. «Sa, aggiunge, come già le ho spiegato, ho letto articoli su questa drammaturga e sono curioso di approfondirne la vita e la carriera. Ma chi è l’autrice?».
La signora, che ha ormai lasciato in auto il suo stress, dopo avergli assicurato che alla prossima edizione della kermesse si attrezzerà con il pos per le carte di credito, gli spiega che si tratta di Mariagiovanna Grifi, giovane ricercatrice di teatro, discendente della drammaturga che ebbe successo nei primi del Novecento e che poi , dopo la sua morte, nel 1976, è stata completamente dimenticata.
«Ma che storia interessante– ribatte il lettore- Sono affascinato da tutto quello che ho visto in questo salone dell’editoria. Volumi intriganti e case editrici di cui non avevo mai sentito parlare».
E il discorso si sofferma su promozione e distribuzione: «Vede- continua l’editrice- io sono grata al comitato ideatore della manifestazione (Rosario Bianco, Diego Guida e Alessandro Polidoro) perché ha avuto il coraggio di scommettere su un debutto che potrà dare finalmente visibilità ai piccoli editori indipendenti schiacciati dai grandi gruppi che monopolizzano anche la circolazione del pensiero nelle librerie. In questi giorni ho avuto contatto con la gente, che non solo ha comprato in nostri libri ma li ha coccolati a lungo con lo sguardo e con le mani. Adesso, dopo l’inizio, si potrà pensare a costruire un progetto di rete che veda gli editori indipendenti, cioè quelli sganciati da potenti lobby culturali, impegnati a promuovere i loro prodotti sul territorio nazionale».
Lettore e editrice si stringono la mano, dopo un caffè e un sorso d’acqua. E si salutano guardandosi negli occhi con una scintilla di orgoglio napoletano. Pensando a(l) domani di una città che vuole rimpossessarsi della propria identità.