Si è conclusa ieri sera la due giorni dedicata ai cortometraggi selezionati per la quinta edizione del Festival del Cortometraggio "I Corti sul Lettino – Cinema e Psicoanalisi" rivolto ai filmaker italiani e stranieri, nell’ambito della rassegna “Accordi@disaccordi – XIV Festival del Cinema all’Aperto” che quest’anno ha registrato più di 20mila presenze in cinquanta giorni.
Il concorso, diretto dal critico cinematografico Ignazio Senatore, ha visto, nelle precedenti edizioni, la partecipazione di personalit come Roberto Faenza, Giuseppe Piccioni, Marco Risi ed Ettore Scola come presidenti della giuria composta quest’anno da Tonino Taiuti, Ernesto Mahieux, Marco Francini e presieduta dall’attore Alessandro Haber.
Lo scopo del Festival è quello di valorizzare, promuovere e divulgare il Cortometraggio come forma espressiva particolarmente valida a livello sociale e culturale, di sviluppare le potenzialit dei linguaggi artistici dei nuovi media; rispondere alle esigenze di crescita culturale dei giovani registi emergenti e dare a tutti i filmaker di talento la maggiore visibilit possibile.
A contendersi i premi della giuria e del pubblico sono stati sei cortometraggi, tre italiani e tre stranieri, ognuno con il proprio stile e la propria visione della realt . In particolare ha colpito il corto tedesco “November” di Eric Esser, che in pochi minuti racconta la percezione del mondo dal punto di vista di un escremento di cane lasciato sul marciapiede. La particolarit del soggetto, oltre a stupire il pubblico ha colpito senza dubbio la giuria che lo ha infatti premiato come Miglior Corto in gara.
Tre premi sono invece andati al cortometraggio italiano “Nati per correre” di Michele Vanucci, che racconta con marcato accento romano il rapporto burrascoso tra padre e figlio, e la difficile questione dell’abbandono del nido domestico a favore della vita di coppia, con le sue responsabilit e la necessaria esigenza di crescita. Il corto ha vinto i premi come Miglior Regia, Miglior Attore (Alessandro Borghi e Mirko Frezza) e Miglior Attrice (Roberta Mattei).
Il premio per la miglior sceneggiatura è stato assegnato a due italiani, Stefano Valentini e Jonathan Cappuccio, registi di “Tutto in una notte”, cortometraggio che racconta l’ultima notte di uno studente prima di un esame all’Universit . L’ansia di non riuscire a superarlo, di addormentarsi e non finire di studiare, di non ricordare le cose, di deludere i genitori, di deludere se stesso, di fare sempre gli stessi errori di non riuscire a cambiare è trasmessa oltre che dalla musica anche attraverso la macchina da presa che spesso si sofferma sui dettagli come la bocca, le mani che si muovono nervose, le lancette dell’orologio. Grazie al montaggio, il ritmo della storia aumenta man mano che si avvicina la fine della notte e quando finalmente si fa giorno e nulla è cambiato, la sensazione che resta, almeno a chi si avvicina all’et del protagonista, è quella di correre a casa e mettersi a studiare.
A contendersi il voto del pubblico sono stati invece i corti italiani “Tutto in una notte” e “Technical problem” di Cecilia Spera , che vince per la tenerezza della storia e dei protagonisti bloccati in ascensore una ragazza con in mano un pesce rosso aiuta un ansioso ragazzo a sopravvivere senza farsi prendere dal panico e insieme immaginano di trovarsi al di fuori delle quattro mura dell’ascensore bloccato. La fine della proiezione suggerisce l’inizio di una tenera storia d’amore.
Interessante il cortometraggio spagnolo “I feel lost” di Jesus Soria che racconta senza parole la storia di un ragazzo e una ragazza immersi in una crisi di personalit che li spinge ad intrufolarsi furtivamente uno nella camera dell’altra, indossandone i vestiti.
Per ultimo è stato proiettato il corto d’animazione polacco “Maze” di Marianna Mankowska.
A fine serata Pietro Pizzimento ha ricordato l’appuntamento di gioved 5 con Pappi Corsicato che direttamente dal Festival di Venezia sar al Parco del Poggio per la proiezione di “Il volto di un’altra”.
Il Festival del Cortometraggio “I Corti sul Lettino Cinema e Psicoanalisi” dimostra come una proiezione di 20 minuti possa, quando di qualit , avere la stessa profondit e significato di un film di due ore oltre a rappresentare una grande opportunit per nuovi talenti emergenti.
Nelle foto, la giuria e il pubblico al Parco del Poggio