Napoli si tinge di arcobaleno. Sabato 14 luglio, concentramento Piazza Dante ore 16:30, la comunità lgbtqi incarnerà il Mediterranean Pride of Naples con il claim Libertà, Uguaglianza, Fratellanza e Pride.
Testimonial di questa edizione sarà Maria Esposito, madre del giovane Vincenzo Ruggiero, il ragazzo vicino al comitato Arcigay di Napoli barbaramente ucciso circa un anno fa da Ciro Guarente: una scelta precisa per un Pride che ha come mission quella dell’accoglienza perché è proprio il nucleo familiare il luogo deputato al primo abbraccio, alla prima accoglienza e alla prima cura dell’altro.
La manifestazione di sabato è inserita nella rete dell’Onda Pride nazionale, lo slogan nasce dalla volontà comune di mettere in rete le tante e diverse realtà dell’associazionismo lgbtqi per coinvolgere le istituzioni, i cittadini e le cittadine, amici e amiche, familiari e vicini di casa in un grande sforzo unitario per chiedere diritti, uguaglianza e visibilità per tutte le persone e tutte le famiglie, senza discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Per chiedere un mondo in cui nessuno si debba sentire escluso o discriminato per il proprio modo di essere, di vivere e di amare.
Spiega comitato Campania Rainbow: «Anche quest’anno il golfo di Napoli apre le sue braccia al Mediterranean Pride of Naples. Sarà un Pride all’insegna dell’accoglienza, della fratellanza, dell’uguaglianza di amori e popoli. Sfileremo insieme con la gioia delle nostre famiglie resistenti anche in nome delle molte sorelle e dei molti fratelli che sfidano il mare per venire del nostro paese per essere liberi di vivere i loro amori senza essere perseguitati, torturati, uccisi, perché le nostre battaglie per i diritti travalicano i nostri confini e perché Napoli è mille culure e tale vuole restare».
La manifestazione fa seguito, tra le altre tappe italiane, al Pompei Campania Pride del 28 giugno scorso, dove si è scandito il grido We are everywhere! (Noi siamo ovunque!). Lo stesso slogan che animò le giornate in cui si ebbero i Moti di Stonewall del 28 giugno del 1969, che fecero registrare violenti scontri tra gruppi di omosessuali e forze di polizia a New York.
Le celebrazioni del Gay Pride sono legate proprio alla prima notte degli scontri, che fu il 27 giugno 1969, quando poco dopo l’1:20 di notte la polizia irruppe improvvisamente a “Stonewall Inn”, un bar gay in Christopher Street nel Greenwich Village. La piattaforma rivendicativa del Pride napoletano, in continuità con il Campania Pride Pompei, risulterà lunga ed articolata. I punti salienti possono così riassumersi: approvazione di una legge regionale contro l’omotransfobia; supporto a percorsi e strutture di accoglienza; pianificazione di azioni positive contro il pregiudizio omofobico e transfobico con campagne di sensibilizzazione, innanzitutto nelle scuole di ogni ordine e grado; apertura di sportelli di sostegno, assistenza e ascolto; piena attuazione della Direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, con l’applicazione di ogni forma di tutela possibile per l’accesso al mercato del lavoro di lesbiche, gay e transessuali/transgender.
Verrà ribadita a chiare lettere la dimensione culturale della laicità dell’evento, che rivendica la capacità di autodeterminazione delle persone al di là di qualsiasi condizionamento ideologico sulla base dei princìpi di libertà, uguaglianza, fratellanza e rispetto.
In foto, Pride napoletano di qualche anno fa