il tema dominante del film “Tutta colpa di Freud”(120′). Regia di Paolo Genovese, autore della sceneggiatura e del soggetto con Paola Mammini e Leonardo Pieraccioni. Commedia brillante al femminile con Emma Marta Sara, figlie di Francesco, psicanalista e padre-mammolo, e Claudia, moglie di Alessandro. La storia è tessuta su amori difficili e impossibili con gli uomini o tra donne. “L’amore è come l’influenza; dopo aver consumato tanti fazzoletti passa.” Emma(Laura Adriani), diciottenne, ama il cinquantenne architetto Alessandro (Alessandro Gassmann). Sara (Anna Foglietta) tenta di essere accettata da Fabio, sordomuto, (Vinicio Marchioni). Marta (Vittoria Puccini) è lesbica-vergine per aver avuto solo rapporti con donne.
Le tre, costantemente, chiedono aiuto al padre (Marco Giallini), abbandonato dalla moglie da più di venti anni, ha educato le figlie da solo senza una presenza femminile. medico, padre, amico delle tre ragazze.Interpreta il ruolo di padre ideale, colto, intelligente, ironico e autoironico, timido con le donne anche quando si invaghisce di “una bionda con il cane” Claudia(Claudia Gerini). Francesco non è mai severo con le figlie. Finge di accettare “la pazzia” di Sara diventando amico e medico di Alessandro. Ha lo stesso atteggiamento con Marta che, delusa, vuole diventare etero «l’identit sessuale è una cosa seria non la si può cambiare a proprio piacimento». Ma chiede aiuto a Sara per cercare un uomo per la sorella. Nel ruolo di mamma spiega quattro esempi di maschi suggerendo di evitare gli sposati che dicono «vorrei lasciare mia moglie ma non posso per i miei figli” e i belli «troppo legati alle madri che li hanno trattati da Dio».
L’intreccio tra le due famiglie, tra marito e moglie, tra padre e le sue adorabili belle e vivaci figlie, tra il vivere la love-story con la moglie dell’amante della figlia prediletta o rinunciare per salvarla liberandola da Alessandro rende il film divertente. Le due ore volano. Il montaggio di Consuelo Catucci è vivace. La scenografia di Chiara Balducci è raffinata negli interni e pregevole negli scorci delle vie storiche di Roma. Le musiche originali di Maurizio Filardo sono colte, fanno da cornice negli incontri, rendono più vivo il ruolo di Fabio facendo capire allo spettatore come i sordomuti ascoltano la musica e come con essa comunicano. I costumi, sobri per gli uomini ed eleganti per le donne, sono di Grazia Materia. Fabrizio Lucci, direttore della fotografia, contribuisce a rendere il film piacevole cogliendo con i primi piani la teatralit degli attori.
Daniele Silvestri ha scritto e cantato la canzone con lo stesso titolo del film. La produzione è di Medusa film e la realizzazione è di Marco Belardi per Lotus Production. Ufficio stampa studio Lucherini Pignatelli.
La realt vive nelle storie dei personaggi tanto da renderli credibili e attuali in modo che lo spettatore possa identificarsi. Si mescola indagine psicologica a sano umorismo. Si riflette e si ride sulle dinamiche degli approcci tentati e falliti, sulle conflittualit coniugali, sui rapporti quasi surreali tra padre e figlie, sugli incontri tra i due sessi o su quelli tra medico e paziente. C’è spazio anche per commuoversi nelle scene di vero amore. Il cast è eccezionale e la regia ha saputo creare un coro in cui nessun protagonista primeggia.
Ne abbiamo parlato con Genovese e Gerini, presenti ieri al cinema Metropolitan di Napoli, per l’incontro con la stampa.
Come è nata l’idea del film?
Genovesi Non si tratta di un film sulla psicanalisi, n sulla terapia di coppia. un film sulle differenze in amore e sulla difficolt di accettarla. Le storie sono osservate da un psicanalista.
Si è documentato sulla psicanalisi?
S, ho parlato a lungo con uno psicanalista per capire tutti gli atteggiamenti deontologicamente corretti. L’aiuto più importante l’abbiamo avuto dall’associazione italiana sordi che ci ha seguito sul set durante la lavorazione e ci ha spiegato la psicologia e la fragilit di un non udente.
Come ha scelto i suoi interpreti?
Dovevamo dar vita a una commedia sentimentale, quindi abbiamo scelto attori bravi nelle parti brillanti e divertenti ma anche in grado di incarnare ruoli amari e malinconici.
Lavorare con Genovese ci racconta la sua esperienza?
Gerini Paolo è molto abile a indagare il tema della famiglia in tutti i suoi risvolti e sui rapporti di coppia in generale. Ha scritto e diretto una commedia che non solo è divertente ma è anche in grado di esplorare in profondit i sentimenti e le psicologie, sia pure in modo ironico, mettendo in rilievo il lato buffo della vita. Il film tocca tanti temi diversi. Mi sono divertita molto.
Quali sono le caratteristiche principali del suo personaggio? Le somiglia?
Genovese ha voluto chiamare il mio personaggio Claudia perch ha dichiarato di essersi ispirato a me gi in fase di scrittura. Claudia è una borghese raffinata, forse colta, curata nell’aspetto, realizzata in un matrimonio all’a 6 è« « pparenza felice. Scoperto il tradimento lei non reagisce violentemente, cerca di capire. Tenta il suicidio. Io, nei suoi panni, non so dire se sarei capace di perdonare, forse no. Certamente non tenterei mai e poi mai il suicidio.
Claudia ha vissuto attimi felici col marito ma non gli ha mai detto di amarlo. Chiama il suo cane”ti amo.”
Nella foto, la locandina del film