Un gioiello architettonico e la storia del suo fondatore, il principe Raimondo di Sangro, raccontati nella lingua dei segni. “Sansevero in Lis” è il nuovo progetto d’inclusione lanciato dal Museo Cappella Sansevero in collaborazione  con la sezione provinciale di Napoli dell’ente nazionale sordi (Ens), presieduta da  Elvira Sepe, e l’associazione Progetto Museo, che offre l’opportunità, da ottobre, di visite guidate  gratuite solo per chi  non ha l’udito (la durata della visita è di 40 minuti circa e i gruppi saranno composti da un massimo di 20 persone).
L’iniziativa punta a far scoprire ai sordi il complesso monumentale con la migliore possibilità di accesso e fruizione, sviluppando idonee modalità di accoglienza e relazione. Favorisce, inoltre, percorsi di formazione per gli associati Ens (Ente nazionale sordi). Il progetto è finanziato dal Museo Cappella Sansevero e prevede una retribuzione per l’attività delle guide sorde che accompagnano nel percorso di visita.
Si comincia domenica  14 ottobre 2018 (alle 10) e si prosegue venerdì 30 novembre 2018 (alle 17) e sabato 12 gennaio 2019 (alle 10 ). Obbligatoria, la prenotazione attraverso l’organizzazione dell’Ens (mail: prenotazioni.ensnapoli@gmail.com  tel.: 081/260941).
Spiega Sepe: «La Cappella Sansevero, con la sua storia e i suoi misteri, è una ricchezza per tutta l’umanità. E ora si prepara ad accogliere ogni turista e viaggiatore sordo grazie alla presenza di guide sorde. È un grande progetto che stiamo realizzando perché rispettiamo il diritto di accedere al patrimonio storico-artistico attraverso la propria lingua naturale».
La lingua dei segni è un codice gestuale che impegna tutto il corpo, anche il viso, con espressioni differenti. Una comunicazione che contiene aspetti verbali (i segni) e aspetti non verbali (le espressioni sovrasegmentali di intonazione per esempio) come tutte le lingue parlate o dei segni.
Un’ulteriore occasione, secondo Maria Alessandra Masucci, consigliere d’amministrazione del Museo Cappella Sansevero, per aprire le porte a tutti, oltre ogni tipo di barriera: «Ho seguito tutte le fasi del progetto osservando con quanta pacata fierezza i sordi affermano la propria identità, entrando così nel loro universo silenzioso animato da una lingua complessa e strutturata con una propria sintassi e una ricca grammatica. Oggi, siamo noi del Museo Cappella Sansevero a sentirci arricchiti da questa esperienza».
Per realizzare l’idea, sono stati formati 4 operatori sordi, associati Ens,  grazie alle lezioni sulla Cappella a cura di Francesca Amirante, presidente dell’Associazione progetto Museo che ha cercato  nuove connessioni, per fare in modo che nel condurre la visita si parta dal principe e si torni al principe senza correre il rischio di ridurre l’approccio a una pura contemplazione, per esempio, del Cristo velato.
In alto, la Cappella fotografata da Marco Ghidelli
Per saperne di più
www.museosansevero.it
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