Se vi dico che il rap , nell’era della multimedialit e della cultura di massa legata ai messaggi dei media, ha l’essenza del canto popolare, inteso come espressione più autentica della cultura di un popolo, mi credete? Posso dimostrarlo. Legato alla cultura Hip Hop, il R.a.P., ” Rithm and Poetry ” ovvero ” Ritmo e Poesia “, nasce negli anni ’80 come musica di protesta degli afroamericani, nei ghetti delle metropoli americane e poi dilaga in altri strati della societ . Negli anni ’90 arriva in Italia e nel 2000, con il lancio mediatico di numerosi rapper, avviene una notevole crescita del genere. Eppure è un mondo a tanti ancora sconosciuto, anche se rappresenta una delle novit più significative nel panorama musicale dalla fine degli anni ’80 ad oggi. Il rap napoletano parte con Polo, al secolo Alberto Cretara, fondatore del gruppo ” La famiglia “, che porta sul palco storie e voci della strada, proponendo la musica come linguaggio diretto, adatto a fotografare la realt che si vive.
Per capire meglio il rap incontro Federico Flugi, in arteTueff, anche conosciuto come Real Man, rapper e non solo. Nasce nel quartiere San Giovanni e Paolo, ” Sangiuvanniell”, lo stesso che vide crescere Enrico Caruso, mi dice subito «la cultura hip hop è parte di me, non ricordo quando è entrata nella mia vita, è come la mia radicata napoletanit ».
Segue il suo percorso Federico, esce con due singoli ” My underground life ” e ” Nzieme “, e contemporaneamente approda in radio, prima a “radionuovavomero” e poi a “radiosca”. Condivide obiettivi con il collettivo U.S.N , Underground Science Naples, importanti le sue collaborazioni con Franco Del Prete (Napoli Centrale ), Ciccio Merolla ed Enzo Gragnaniello.
Federico è un M.C., ossia un Master of Ceremonies, per intenderci il nostro ” mast’ e festa “, che oltre a rappare è capace di fare freeste ( improvvisazione ) e possiede il flow ( flusso ) che trascina chi lo ascolta.
La lingua napoletana anche se solo parlata, perch l’uso corretto dello scrivere e del leggere è andato quasi del tutto perso, è in grande sintonia con il rap. La nostra lingua con le sue influenze arabe, francesi, spagnole, latine e greche, è ricca di strumenti per descrivere questo e quello, senza mediazioni, senza il ” pare brutto “. Inoltre poter parlare la lingua materna facilita la comunicazione , il ritmo coinvolgente del rap fa il resto. Cos i rapper possono parlare ai giovani, mandare il messaggio della cultura hip hop «l’immagine è inutile, il talento è ciò che conta, meglio essere che apparire» .
Gli chiedo Il rap è un grande veicolo di apprendimento della cultura di strada per ogni fascia sociale, pensi che riesce ad arrivare a Scampia come a Posillipo? Mi risponde «Il mio rap è per tutti, è un telegiornale di strada senza filtri. Non lo so se i giovani di Posillipo mi possono capire, ma perlomeno, con il mio rap vengono a conoscenza della verit di altre realt ».
Federico pensa che il cambiamento sociale pacifico si può fare con il rap, il punto di partenza è “la verit “, che è centrale nel suo impegno culturale e civile. E’ dello scorso marzo ” Fratelli d’Itaglia “, dall’Album ” Raplosophy ” , in cui rivendica la ” verit ” su cosa è avvenuto durante l’Unit d’ Italia e pensa che se i libri scolastici raccontano una verit a met , il suo rap la può raccontare per intero . « … per questa volta metto in stand by il mio dialetto per arrivare a chi si crede perfetto … », se ascoltate questo pezzo potrete capire che Il rap è musica popolare, scritta con il linguaggio del popolo e pensata per il popolo.
Dopo la vittoria a Sanremo di Rocco Hunt, nella categoria “Giovani”, il Mattino del 7 marzo scorso titola ” Il napoletano è la lingua nazionale del rap ” e io penso che sia possibile, infatti quando alla fine del nostro incontro convinco Tueff a rappare qualcosa per me, è tutto più chiaro, dopo essere stata catturata dal suo ” flow “, posso asserire che la lingua napolitana resiste nel rapping perch porta con se l’odore della vita e la sua ricchezza fonetica raccoglie i suoni della strada carichi di magnetiche forze naturali.
Nelle foto, Tueff, anche in foto di gruppo con Gragnaniello