Lina Mangiacapre. Regista cinematografica e teatrale, scrittrice, musicista, pianista, pittrice, è stata ricordata al PAN dall’Associazione “le tre Ghinee” con una tre giorni che ha avuto inizio con il cortometraggio “Lina/M lina” di Caroline Abitbol, a seguire il giorno successivo, il film del 1987 “Didone non è morta”, scritto con Adele Cambria interpretato da Daniela Silverio Mauro Cruciano e Teresa De Blasi.
Valerio Caprara, sintetizzando la poliedrica personalit , la definisce “Androgina/amazzone”. Ricorda il suo percorso multimediale, la sua creazione, tra l’altro, del Premio “Elvira Notari” inserito nella Mostra di Venezia e, dopo la precoce sua scomparsa nel maggio 2002, intitolato a lei. Il terzo incontro con il film “Faust/Fausta” del 1994, interpretato da Marco di Stefano, Luciano Crovato, Claudia Souham, la De Blasio.
La sua personalit di artista è espressa anche nel film “Donna di cuori” del ’94, con le scenografie di Teresa la sorella in arte Niobe, che con gli altri due sono stati presentati al cinema Trevi di Roma a cura della Cineteca nazionale. Tra i romanzi vanno ricordati e anche letti o riletti “Faust/Fausta” e “Il mare sar solo”. E’ proprio il mare protagonista principale di “Faust/Fausta”. Appare e riappare con le sue gonfie onde plumbee scure e canta su note non comuni. Si propaga in sala con forza. Scuote e inonda con le sue conoscenze raccolte nei millenni. E’ il mare nostrum di Ulisse e Enea, Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani, Arabi.
Sul set, scelto in luoghi mitologici o spazi adibiti al culto cattolico, pone l’obiettivo sui volti degli attori creando gigantografie che umanamente si pongono a contatto con il pubblico. Le azioni sono teatralizzate. I monologhi liriche in versi. Nelle scene di gruppo partecipano anche le ombre degli attori ingigantite sulle pareti e quelle dell’architettura del luogo. Ricorda Dante, la teatralit di Carmelo Bene e la dinamica voluta dai Futuristi nell’arte, l’arte di Jean Cocteau e l’impegno politico di Pier Paolo Pasolini. La velocit delle sequenze rende le scene suggestive spesso in dissolvenza incrociata senza togliere la fisicit sensuale conturbante degli attori. Le storie sono amori, passioni, inganni, delusioni anche tra donne.
Lina ha vissuto politicamente il ’68 e da militante femminista i tragici “anni di piombo”. Ha fatto politica nel ruolo di artista anticonformista. Ha fondato il gruppo “Le Nemesiache” nel ’70 con lo scopo di promuovere cultura con le donne e dare loro una nuova identit socio politica. La sua arte molto colta rievoca epoche e autori lontani e vicini. E’ il manifesto contro l’omofobia, tesa all’emancipazione culturale della donna e alla parit tra i due sessi.
Ancora oggi, la sua arte meraviglia e fa meditare certamente di più che negli anni della sua creazione. Erano anni bui, forse più di questi, e la sua arte troppo originale era poco capita. La sua attivit intellettuale l’ha svolta tra Napoli Roma Parigi rimanendo legata alla nostra citt protagonista scenograficamente con la sua archeologia mare architetture Vesuvio. La sua ecletticit oltre a stupire suscita ironia sottile e dubbi su tante credenze radicate in noi.
Teresa, attrice pittrice protagonista delle virtuosit di Lina, non cessa con l’associazione la lotta politico-culturale proponendo sue istallazioni d’arte e il vissuto artistico della sorella.
In foto, Lina fotografata da Augusto De Luca