Gli amici ricordano Mario Scarpetta, scomparso poco prima di compiere 51 anni. Lunedì 14, alle 21, nella sala eventi Madalù in via Alfonso D’Avalos, 16 a Napoli (nelle adiacenze di piazza Nazionale),   omaggio dell’attore e regista discendente della dinastia teatrale partenopea più importante e longeva d’Italia, a 12 anni dalla morte avvenuta a Napoli nel novembre 2004. Artista indimenticabile, lascia orfani i suoi spettatori per un malore improvviso.
Mario era figlio di un altro Eduardo (Scarpetta, ovviamente) che  aveva preferito l’aeronautica alla scena. Lui invece, l’aria di famiglia l’aveva respirata con passione  si da ragazzino.
Si diploma al liceo classico, ma non ha ancora 20 anni quando abbandona il percorso universitario (facoltà di chimica) per dedicarsi al teatro: debutta come comparsa, infatti, nel 1972,  nella compagnia di Eduardo per la commedia Le bugie con le gambe lunghe.
Forma una propria  compagnia dopo aver lavorato a lungo con lo zio, ma anche con  protagonisti delle spettacolo come Armando Pugliese e Roberto De Simone.
Dal 1979 al 1981 mette in scena al teatro Cilea di Napoli la sua prima trilogia scarpettiana come interprete e regista (‘O scarfalietto, Tre pecore viziose, ‘O miedeco dei pazzi). Con lui in compagnia altri talenti partenopei: Geppino Anatrella, Dolores Palumbo,Tullio Del Matto e (la moglie) Maria Basile.
Durante la sua carriera, al repertorio scarpettiano, affianca anche l’attività televisiva e cinematografica. Tra i film interpretati,  La patata bollente e Banana Joe per la regia di Steno,  Ferie d’agosto di Paolo Virzì e Aitanic con Nino D’Angelo che ne è anche il regista.

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