Pompei incanta San Pietroburgo. Ieri inaugurazione della spettacolare mostra Dei, uomini, eroi. Dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e dal Parco Archeologico di Pompei”. Un’esposizione che verrà ricordata in Russia come la più importante mai realizzata su Pompei e sulle città vesuviane, grazie ai capolavori che i due partner Italian hanno concesso alla luce dell’importante accordo di collaborazione sottoscritto nel 2017 con il Museo Statale Ermitage.
Parterre delle grandi occasioni per il taglio del nastro: insieme al direttore generale del Museo Ermitage Michail Piotrovsky, il direttore del Mann Paolo Giulierini e per il Parco Archeologico di Pompei l’archeologa Luana Toniolo, Maurizio Cecconi Ad di Villaggio Globale International che ha supportato l’organizzazione della mostra, Irina Artemieva direttore di Ermitage Italia, l’ambasciatore italiano in Russia Pasquale Terracciano, il console generale italiano a San Pietroburgo Alessandro Monti, Paola Cioni, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura e Francesca Lavazza, membro del consiglio di amministrazione del gruppo che ha sostenuto la mostra.
Allestimento di assoluto fascino nei toni del rosso (foto) nelle ampie sale del Manege del Piccolo Ermitage (un palazzo a due piani eretto accanto al Palazzo d’Inverno, antica residenza imperiale dei Romanov, e al Nuovo Ermitage, il primo palazzo in Russia a venire espressamente costruito per ospitare le collezioni del Museo), per ospitare le quasi 200 opere giunte da Napoli, suddivise nelle sezioni dedicate agli Dei agli Uomini e gli Eroi.
Nel corridoio sopraelevato esposti per l’occasione documenti storici – foto ottocentesche, stampe antiche, volumi e acquarelli – su Pompei e gli scavi in corso a quel tempo e una selezione di circa 70 opere di proprietà dell’Ermitage, in gran parte mai svelate prima d’ora e conservate nei depositi, provenienti dalle antiche città vesuviane.
Doni, come nel caso della statua di “Bambino con un uccellino” (un marmo alto 65 cm) o della “Bilancia a stadera con un busto di Caligola” rinvenuti a Pompei nel 1845 e nel 1846 alla presenza di Nicola I e regalati allo Zar dal re di Napoli Ferdinando II. Una testimonianza concreta dei rapporti e dell’amicizia che ha sempre legato Napoli alla Russia.