Miserere mei Deus, piet di me, oh Dio, recita il salmo 51 dell’Antico Testamento. L’inno sacro, il canto del dolore, sentimento universale, ma più diffuso tra gli umili, i semplici, i vinti di tutti i tempi. Piet e non giustizia, per i pochi non ancora contaminati dall’arroganza del danaro. Compassione che induce al soccorso.
Nella suggestiva cornice dell’ex chiesa di S. Francesco delle monache in via S. Chiara 10, sede del Centro di Cultura Domus Ars, Carlo Faiello, musicista cantante e compositore, fa rivivere con sensibilit antropologica i riti della Settimana Santa nella tradizione campana, facendosi autentico interprete dell’anima popolare, da sempre vicina al messaggio evangelico del cristianesimo delle origini e attenta a costruire pietisticamente per s una piccola chiesa del cuore all’interno delle grandi cattedrali di pietra, al di fuori di complicazioni dottrinali e teologiche, sovrastrutture istituzionali eriti sacramentali.
La fatica del vivere un lieve fardello a confronto della Passione di Cristo. Gesù amico e fratello più che figlio di Dio, Uno-che-soffre-più me; la Madonna, genitrice Addolorata, più che vergine-madre. Faiello, che vanta una lunga consuetudine con Roberto De Simone e la Nuova Compagna di Canto Popolare, oltre a prestigiose collaborazioni con Roberto Murolo e Dario Fo, si fa interprete fedele di questo istintivo senso di vicinanza e di partecipazione alla Passione che la cultura popolare vive soprattutto sul piano umano, custodisce tenacemente in un sentimento religioso e trasmette intatto nel tempo nelle modalit vocali e musicali che le sono proprie e voci che recanoancora nel loro canto la eco lontana dei canti di arcaiche comunit contadine. on grande sensibilit antropologica, Faiello propone delle paraliturgie che conservano gli stessi stilemi musicali vocali e ritmici, e la medesima intensit percussiva riservata ai canti d’amore o alla celebrazione di riti legati alla fertilit e alle stagioni, quasi una esorcizzazione vitalistica del dolore suscitato dalla com-passione con Cristo.
Accompagnano Faiello in questa suggestiva rievocazione due splendide protagoniste in sapiente accostamento, Maria Nazionale e Antonella Monetti, il melos e il pathos. La timbrica morbida e carezzevole di Maria, che vorremmo sentire molto più spesso, e la vocalit potente e drammatica da grande attrice-cantante di Antonella.
A loro si affiancano efficacemente il Coro delle pie donne (Maria Grazia Altieri, Carolina Casaburi, Diana Facchini, Giovanna Passero, Maria Antonietta Riegel), i Battenti di Maiori, un’ alternanza di monodie e polifonie vocali a cappella, la leggerezza coreutica di Simona Perrella. Con lo stesso Faiello alla chitarra Michele Bonè (chitarra battente) Arcangelo Caso (violoncello) Mimmo Maglionico (flauto traverso) un originale impasto timbrico che coniuga musica popolare e musica colta.
Non sono mancati momenti di suggestiva teatralit l’ingresso dei Battenti incappucciati, la funzione corale e contrappuntistica delle pie donne, la traduzione sonora del supplizio della croce in chiave percussiva, l’esultanza finale per la resurrezione, “sona ch’è asceto”, un vero e proprio frammento di gospel in versione partenopea, segnato dall’applauso ritmico del pubblico. Un graditissimo bis.
Unica replica domenica 29 marzo ore 19
Domus Ars
Chiesa San Francesco delle Monache Via Santa Chiara, 10 C
Vico Pallonetto a Santa Chiara,3. Napoli
+39 081 3425603 +39 3388615640
In alto, Antonella Monetti fotografata da Marco Ghidelli