Johannes Factotum Shake Spear’s, una visione eretica della figura del Bardo.Il testo di Roberto Russo, andato in scena ieri al nuovo teatro Sancarluccio in una versione a met tra studio e mise en espace, è come un sassolino gettato nel grande lago calmo delle consolidate certezze sulla figura del Bardo e nel suo infrangersi sulla superficie crea numerosi cerchi concentrici di dubbio e di riflessione. Lungi dal proporre ipotesi basate su mere creazioni fantastiche, “Johannes Factotum” ha il merito di aprire varchi di discussione partendo da dati scientifici.
Purtroppo non è stata possibile la partecipazione di Saul Gerevini, saggista e scrittore da anni impegnato nello studio della questione shakespeariana, alla discussione che ha avuto luogo dopo lo spettacolo, ma lo sar molto probabilmente alla messa in scena definitiva all’interno della rassegna Tutto il mondo è palcoscenico organizzata da Gianmarco Cesario ed in programma per la prossima stagione e che coincider con le celebrazioni per il quattrocentenario dalla morte di Shakespeare.
Il testo, mai noioso ma anzi estremamente interessante pur toccando un argomento che sembrerebbe ostico per i non addetti ai lavori o i non avvezzi alle questioni filologico-letterarie, tiene viva l’attenzione dello spettatore nello svolgersi di questo Processo che vede protagonisti i giudici (Ombra e Giordano Bruno interpretati da Lorena Leone e Valerio Napoli) e William Shakespeare e John Florio (interpretati da Massimilano Cataliotti e Antonio Gargiulo) per stabilire chi fu davvero l’autore delle opere generalmente attribuite a William di Stratford-upon- Avon. I protagonisti hanno dato tutti una bella prova, cos come la regia di Andrea Fiorillo ci è sembrata fresca ma allo stesso tempo capace di cogliere lo spirito del testo.
Proprio del testo abbiamo parlato con l’autore, Roberto Russo (foto).
Come nasce l’idea di uno studio sulla figura di Shakespeare, intorno al quale sembra si sia detto e scritto tutto?
In realt si è detto e scritto molto sulle opere ma l’uomo William resta un mistero. Troppe lacune, troppe ipotesi, troppi “salti di tempo” e pochissime certezze. Esistono incongruenze grandi fra quel poco che si sa sull’uomo e l’enormit e la complessit delle opere. L’idea è nata da un’amara disillusione. Dopo aver visto il film Anonymous, tre anni fa, restai cos male nel vedere l’immagine che davano di William che decisi di approfondire per poter dire a me stesso che quel film diceva sciocchezze. Purtroppo dovetti rendermi conto che William non poteva essere l’autore dei testi. Non poteva perch ci sono fatti troppo stridenti tra la realt della sua vita e le opere.
Quale è stato il momento più complicato, oltre al fatto di addentrarsi in una mole sterminata di studi sul personaggio, sulla sua vita e le sue opere?
Il punto più complicato è stato inquadrare il nocciolo della questione. Lo spettacolo è pensato come un vero e proprio processo nel quale si affrontano due tesi distinte. Ho dovuto inizialmente non prendere parte per nessuna delle due tesi ma presentarle in un ambito strettamente procedurale. Il nocciolo diventa la Prova provata che risolve la questione e, ovviamente, andava preparata come in un vero processo ed espressa al culmine della discussione. Quindi, il punto più complesso è stato quello di risolvere il problema come in un vero procedimento giudiziario.
Alla giuria – pubblico la possibilit di considerare prove e indizi nella prossima edizione di Tutto il mondo è palcoscenico in cui torner il Processo al Bardo.
Prossimo appuntamento al nuovo teatro Sancarluccio (in via San Pasquale 49) dal 28 al 31 maggio 2015 con Massimo Masiello (che ne è anche regista) in Gli amici se ne vanno – Le note ineguali di Umberto Bindi di Gianmarco Cesario e Antonio Mocciola
Arrangiamenti musicale a cura di Letti Sfatti
Orari spettacoli
gioved, venerd e sabato ore 21
domenica ore 18
info 0814104467