Si sta svolgendo, dal 3 al 28 giugno, a Napoli, il Napoli Teatro festival 2015, che, nonostante le difficolt di tipo organizzativo, il cambio di direttore e la decadenza istituzionale dell’assessore, conserva il suo interesse e il suo fascino. Quest’anno i teatri impegnati quali sedi degli spettacoli sono la Galleria Toledo, il Bellini, il Mercadante, il Politeama, il Nuovo e quel piccolo simpatico teatro che ne è il suo ridotto, la Sala Assoli, cos battezzata dal regista Mario Martone, richiamandosi al linguaggio musicale. Luoghi anomali quali sede di spettacoli ( le cosiddette location) sono la Mostra d’Oltremare e il Castel Sant’Elmo.
Il Castello è il luogo più frequentato da questa manifestazione. E’ sede, tutte le notti, di un dopoteatro, arricchito da interventi musicali e dall’incontro con attori, registi e gente di spettacolo. E’ anche sede di un ciclo di letture dedicate a Napoli, interpretate da undici attori tra cui Peppe Lanzetta, Laura Morante e Michele Placido una novit . Inoltre vi andranno in scena la maggior parte degli spettacoli e vi è stato inaugurato il festival con La douceur permable de la rose, sulla Piazza d’Armi.
Qui si è svolto, l’8 e il 9 giugno, anche Russia, danza di una compagnia spagnola curiosamente chiamata Veronal, come quel barbiturico andato di moda per curare l’insonnia nei primi decenni del Novecento e poi usato dal nazismo per fare esperimenti sugli uomini rinchiusi nei campi di concentramento.
Trovarsi, poco prima dello spettacolo, nella Piazza d’Armi del castello d una sensazione di stupefatta meraviglia. Il luogo perde il suo carattere di fortezza. E’ lontano, sullo sfondo e, nel crepuscolo, non si nota, l’elmo di Palladino, nota militaresca che segna anche il Maschio Angioino, mentre l’opera decorativa di Sergio Fermariello può sembrare il monumento in una piazza di una piccola citt antica.
Le pareti dello stesso palcoscenico che vi è preparato per lo spettacolo sembrano segnarne le stradine, dove c’ è il lento passeggiare di persone solitarie, di coppie o di piccoli gruppi. E certo sembra una chiesetta di un paese antico l’ufficio gestionale, l in fondo illuminato, sotto le due campane, quelle che suonavano per dare l’adunata ai militari e che ora sembrano stiano l per scandire con il loro tocco l’ora del vespro. Il palcoscenico è fatto di un truciolato quasi trasparente, luminoso, di bell’effetto.
La compagnia Veronal, in questi ultimi anni, ci informano, si è specializzata nell’esprimere con la danza l’immagine di una citt o di una nazione. In questo caso, al Napoli Teatro Festival, mette in scena la Russia, cercando di raccontarla attraverso un viaggio verso il Lago Baikal, il grande lago della Siberia.
Questo viaggio attraverso la Russia è simboleggiato da una vecchia berlina rossa e dalle immagini di gente infreddolita e piuttosto disperata, da un militare e da un uomo molto prepotente che urla e imbraccia un fucile. Questa immagine della Russia è un ritratto mentale, s’intende. Cos come Napoli era simboleggiata, fino ai tempi di Andy Warhool dal Vesuvio e oggi invece è simboleggiata dalla Camorra o della monnezza, a scelta. I ballerini della compagnia, tutte donne solo un uomo, anche il militare è interpretato da una donna, sono fisicamente preparatissimi. Le loro membra sono estremamente disarticolate, cosicch possono atteggiarsi in movimenti estremizzati, contorti, a volte addirittura di tipo spastico.
Esprimono solitudine, freddo, disperazione, paura e un tentativo di creare una danza del tutto nuova al di l dei canoni codificati della bellezza. La musica che la accompagna è un potpourri di dodecafonia e melodia. Interessante, sembra, l’accompagnare quest’ultima con quelle posizioni e quei movimenti contorti e strani che, cos, acquistano un senso di vera novit e una certa ironica grazia.
Per saperne di più
www.napoliteatrofestival.it/
Nelle foto di Giusva Cennamo, momenti dello spettacolo