C’è un’ombra inquieta che si allunga nella strada stretta e buia, a testa bassa. Il suo borbottio corre nell’aria. «Ma che razza di fanatici. Mi chiamano in causa ogni volta che si parla di libert di opinione. Citando una frase che io non ho mai pronunciato. “Non sono d’accordo su quello che dite ma mi batterò perch possiate continuarlo a dire”. Dicendo questo avrei dato un calcio a tutto quello che ho scritto sulla tolleranza. Il fanatismo, in qualsiasi veste si proponga, anche quella libertaria, non mi appartiene».
La sagoma scuote il capo e nella concentrazione dei suoi pensieri non si accorge che, da un portone, un’altra ombra, dallo stesso aspetto d’altri tempi, la guarda incuriosito e non può trattenersi dal chiamarla «Voltaire…».
L’ombra inquieta sussulta «Buonasera, non mi aspettavo nessuna presenza a quest’ora di notte. Voi siete…».
«Raimondo di Sangro. Non ho potuto fare a meno di ascoltare le vostre parole. Sono musica per le mie orecchie. La libert di pensiero e religione hanno sempre ispirato la mia vita è l’eredit che lascio alla mia Napoli. Nobile per me è sempre stato chi possiede ingegno, virtù, onest . E l’arma di cui non mai potuto fare a meno è l’ironia, che mi ha donato la capacit di ascoltare e guardare chi non riesce ad accettare la parola degli altri».
Lo sguardo di Voltaire si anima. «Io vado più lontano vi dico che occorre considerare tutti gli uomini come nostri fratelli. Che? Mio fratello il turco? Mio fratello il cinese? L’ebreo? S, senza dubbio. Non siamo tutti figli dello stesso padre e creature dello stesso Dio? Ed è a lui che spesso mi rivolgo con questa preghiera Fai che noi possiamo aiutarci reciprocamente a sopportare il fardello di una vita faticosa e passeggera… Possano tutti gli uomini ricordarsi della loro fratellanza e avere orrore della tirannia esercitata sull’anima…».
Il principe aggancia la sua pausa. «Essere al servizio dell’umanit , è questo il principio che ha alimentato il mio respiro. Non amavo la vita mondana, mi sono sempre tenuto a distanza dai piaceri dissoluti, consumati sotto la tutela del blasone. Preferivo studiare da solo, immerso nella ricerca e nella meditazione, nuotando nel cuore della Sapienza e inseguendo la Verit ».
Voltaire gli si avvicina, lo prende sottobraccio e insieme proseguono sul selciato dove la speranza ha tracciato una scia luminosa saettante verso l’infinito. Nella pace di un equilibrio che rassicura le differenze.
PROTAGONISTI, I SECOLI
Al Museo Cappella Sansevero è dedicato il nuovo numero del nostro magazine realizzato grazie al coordinamento di Alessandra Cusani e Francesca Panico. Gioiello del patrimonio artistico internazionale, bell’esempio di propriet e gestione privata, a pochi passi da piazza San Domenico Maggiore (in via Francesco De Sanctis 19/21), il mausoleo nobiliare è una preziosa vetrina della personalit di Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero (Torremaggiore 1710 Napoli 1771), figura mitica del primo Illuminismo europeo,valoroso uomo d’armi, letterato, editore, primo Gran Maestro della Massoneria napoletana, ma soprattutto prolifico inventore e intraprendente mecenate.Un tempio iniziatico che, aperto al pubblico negli anni cinquanta, ha raggiunto, nel 2014, il tetto di 300.000 visitatori paganti. Della sua crescita nel tempo come monumento simbolo della citta scrivono i protagonisti stessi di questo sviluppo Fabrizio Masucci (presidente Museo Cappella Sansevero), Paola Servillo (direttore artisticodella rassegna MeravigliArti), Bruno Crimaldi (direttore editoriale di aloς), Francesca Amirante (ideatrice delprogetto dedicato ai bambini "I sensi in testa"), Marita Francescon (social media manager), Carmine Masucci (presidente del Comitato per il restauro del Corpo di Napoli e amministratore del complesso monumentale Cappella Sansevero). Un monumento che respira nel presente confrontandosi con letteratura, arte, teatro e musica. Nel dialogo continuo tra ieri e oggi, con sguardo al futuro.
Per saperne di più
www.museosansevero.it
In foto, Cristo velato, dall’alto (Giuseppe Sanmartino, 1753) – Foto di Massimo Velo